Tosap sottosuolo non versata dalle grandi aziende: la finanza arriva in Comune

La guardia di finanza all'esterno del municipio
La guardia di finanza all'esterno del municipio
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Venerdì 19 Gennaio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio, 09:46

I mancati incassi della Tosap sottosuolo a Brindisi nel mirino dell’autorità giudiziaria.

Acquisizione di documenti

Ieri mattina, infatti, i militari della guardia di finanza si sono presentati in Comune, ed in particolare negli uffici del settore Servizi finanziari, per acquisire diversi documenti. Che, secondo il poco che trapela, sarebbero collegati proprio alla questione della tassa sull’utilizzo del sottosuolo della città da parte delle aziende che si occupano di erogazione di servizi pubblici come telefonia, gas, elettricità, collegamento ad internet. Una questione sulla quale, nelle scorse settimane, si è discusso molto soprattutto a causa della battaglia portata avanti dal consigliere comunale di Fratelli d’Italia Roberto Quarta.

La storia

Una battaglia iniziata, per la verità, molti anni prima che Quarta entrasse in consiglio comunale, verso la conclusione della seconda amministrazione Mennitti. La successiva instabilità politica non ha consentito alle amministrazioni, politiche o commissariali, di approfondire la questione fino all’amministrazione Rossi. Proprio durante quest’ultima, invece, fu approvata dal consiglio comunale una mozione a firma dell’allora capogruppo di Forza Italia Roberto Cavalera «anche grazie all’impegno dell’allora sindaco», sottolinea Quarta. Da quando, tuttavia, è diventato consigliere comunale, dopo le ultime amministrative, ribadisce dopo essere stato contattato per un commento sulla vicenda, «non ho più delegato ad altri la questione. E così è venuta fuori, anche grazie ad una circolare del 2021 che ha fatto chiarezza, che le grandi aziende devono, entro aprile di ogni anno, comunicare il numero di utenze attive, sulle quali poi va calcolata la somma di un euro ad utenza che poi le azienda devono pagare entro il 31 dicembre su un’apposita piattaforma».

I numeri

Nella realtà, tuttavia, almeno nella maggior parte dei casi, le cose non sono andate in questo modo. Molte aziende, infatti, non hanno comunicato alcun dato al Comune e così, per anni, hanno pagato la somma minima prevista dalla legge, ovvero 800 euro all’anno. Tra queste Snam Rete Gas, Enel Sole, Terna ed Open Fiber mentre altre ancora non hanno pagato proprio nulla. La cifra maggiore è quella pagata da Enel distribuzione, ovvero circa 43mila euro; seguita da 2i Rete Gas con 13mila e Vodafone con 1.500. Cifre molto inferiori a quelle che dovrebbero entrare nelle casse dell’ente. All’appello, per quanto riguarda gli ultimi cinque anni, secondo i calcoli dei tecnici le aziende dovrebbero versare complessivamente un milione e mezzo di euro. «Un euro ad utenza - aggiunge Quarta - è una somma forfettaria che il Comune, soprattutto noi che siamo in predissesto, può tranquillamente rivedere in aumento, come accade per il soprasuolo. E allora qual è il problema e dov’è lo scandalo, secondo me? Sta nel fatto che qualcuno ha pensato bene di interpretare la norma sostenendo che 800 fosse la somma massima da pagare in capo alle grandi aziende. Con grande insistenza, tuttavia, sono riuscito a fare capire che la norma prevede quegli 800 euro come somma minima, non massima».

La battaglia

Quarta, infine, lamenta di non avere ancora ricevuto, nonostante le richiesta, «la documentazione che doveva dimostrare i solleciti fatti dal Comune alle aziende. Per quel che ne so, dunque, non lo hanno mai fatto. E come si fa a non rincorrere le grandi aziende mentre si rincorrono i commercianti per la Tosap sul soprasuolo e non si dà loro tregua, fino ad arrivare alla revoca dei dehors. Perché lo stesso impegno non si mette nei confronti delle grandi aziende? Tra l’altro, noi riusciremo a recuperare solo gli ultimi cinque anni. Le somme precedenti, infatti, sono andate in prescrizione. E a chi dobbiamo dare la colpa per quello che, secondo me, è un evidente danno erariale?».

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