Tosap sottosuolo, la battaglia comincia a dare i suoi frutti: «Un milione e mezzo da recuperare, via ai solleciti»

Scavi per l'installazione di sottoservizi
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Sabato 9 Dicembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 10 Dicembre, 12:17

Oltre un milione e mezzo in più rappresentano una cifra notevole per un bilancio asfittico, anche a causa dello stato di predissesto, come quello del Comune di Brindisi.

La battaglia di Quarta

Ed è proprio questa la cifra che, approssimativamente, potrebbe entrare nelle casse del Comune se l’ente di piazza Matteotti riuscisse ad incassare gli arretrati della Tosap relativa al sottosuolo. Solo, tuttavia, per quanto riguarda gli ultimi cinque anni perché per i periodi precedenti interviene, come sempre accade in questi casi, la prescrizione. Si tratta di una battaglia che il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Roberto Quarta, presidente della commissione Ambiente, sta combattendo da molto tempo. Da molto prima di entrare in consiglio comunale, per la verità. E che è ormai giunta al culmine. Nei giorni scorsi, infatti, durante una riunione della commissione Bilancio, presieduta dal collega di partito Cesare Mevoli, è emerso che la tariffa è ferma da anni a un euro per ogni utente allacciato alla rete. Ma, a quanto evidenziano i dati emersi durante il dibattito, quasi nessuno dei grandi player ha provveduto ad aggiornare ed inviare all’ufficio Tributi di palazzo di città l’elenco degli utenti.

Le cifre pagate fino ad oggi

E così, aziende come Snam Rete Gas, Enel Sole, Terna ed Open Fiber pagano al Comune solo 800 euro all’anno mentre altre ancora nulla. La cifra maggiore è quella pagata da Enel distribuzione, ovvero circa 43mila euro; seguita da 2i Rete Gas con 13mila e Vodafone con 1.500. Cifre molto inferiori a quelle che dovrebbero entrare nelle casse dell’ente. All’appello, per quanto riguarda gli ultimi cinque anni, secondo i calcoli dei tecnici le aziende dovrebbero versare complessivamente un milione e mezzo di euro. Questo perché, come confermato dall’assessore al Bilancio ed ai Tributi Livia Antonucci, le aziende che hanno reti che attraversano, nel sottosuolo, il territorio cittadino non hanno comunicato la banca dati degli utenti allacciati negli ultimi cinque anni.

E per questo gli uffici del Comune stanno già provvedendo ad inviare i solleciti del caso.

Commercianti e grandi aziende

«A quanto risulta - commenta Quarta - diverse grandi società non avrebbero mai pagato. A fronte di tutto questo, come ente siamo giustamente fiscali con i commercianti che non pagano l’occupazione di suolo pubblico». Tra l’altro, ha aggiungo il consigliere comunale di FdI, «sono ferme ormai da anni e non sono state adeguate agli aumenti dei prezzi, né sono state applicate le sanzioni previste. Secondo i miei calcoli, negli ultimi anni non è stato versato nelle cassa del Comune almeno un milione e mezzo di euro».

I tanti solleciti

La discussione in commissione è arrivata dopo una serie di solleciti da parte del consigliere, che aveva chiesto al presidente una convocazione d’urgenza “per consentirmi di esporre a tutti i componenti notizie in merito al confronto avuto con il dirigente dottor. Falco in data 24 novembre 2023 sulla questione Tosap sottosuolo da applicare alle aziende che erogano servizi di pubblica utilità. Il dottor Falco alla mia chiara e diretta domanda su quale importo applicare alle suddette aziende, affermava che il massimo applicabile era di 800 euro annui. Dalla documentazione in mio possesso facendo riferimento più precisamente alla Risoluzione numero 3 del 22 marzo 2022 il ministero dell’Economia fornisce un chiarimento in ambito di Canone patrimoniale di cui ai commi 816 e seguenti dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2019, numero 160 e servizi di energia elettrica. La disposizione in questione prevede che per le occupazioni permanenti del territorio comunale, con cavi e condutture, da chiunque effettuate per la fornitura di servizi di pubblica utilità, quali la distribuzione ed erogazione di energia elettrica, gas, acqua, calore, i servizi di telecomunicazione e radiotelevisivi e altri servizi a rete, il canone è dovuto dal soggetto titolare dell’atto di concessione dell’occupazione del suolo pubblico e dai soggetti che occupano il suolo pubblico, anche in via mediata, attraverso l’utilizzo materiale delle infrastrutture del soggetto titolare della concessione sulla base del numero delle rispettive utenze moltiplicate per la tariffa indicata nello stesso comma. In ogni caso l’ammontare del canone dovuto a ciascun ente non può essere inferiore a euro 800. Appare ben chiaro che si parla di un minimo di 800 euro e non di tariffa fissa”.

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