Riuso e riciclo dell'abbigliamento. Ecco il progetto RiAbito, nuova vita ai capi

Il progetto della stilista Laura Greco
Il progetto della stilista Laura Greco
di ​Paola CRESCENZO
4 Minuti di Lettura
Domenica 14 Gennaio 2024, 10:54 - Ultimo aggiornamento: 15 Gennaio, 07:22

Chi possiede un vecchio capo d’abbigliamento a cui è affezionato ma non usa più, può ora ridargli vita migliorandolo e personalizzandolo. Diventerà un nuovo abito moderno ed unico grazie al progetto RiAbito. L’idea è dell’artista e stilista Laura Greco con il supporto di Coeva, l’organizzazione volontaria che promuove progetti di artisti, architetti ed ingegneri.
L’ideatrice di RiAbito, si è formata nella Scuola di moda Lecce – Accademia Calcagnile - è originaria di San Pancrazio Salentino, ha vissuto diversi anni a Brindisi ed attualmente sviluppa le sue idee creative a Padova. 

Il progetto: come funziona 


Laura Greco si definisce upcycling designer, che sta a significare che i suoi progetti non hanno lo scopo di promuovere un semplice riciclo, ma attivano un processo di riutilizzo creativo, per cui l’oggetto finito è impreziosito da un nuovo valore sia artistico che ecologico.
Per partecipare al progetto RiAbito si può compilare il form presente sul sito internet www.grecolaura.com e allegare una foto del capo che si desidera riportare in vita. È facoltativo scrivere due righe in risposta al quesito “Raccontaci un po' come ti aspetti che sia il tuo abito rinnovato, se non ti viene in mente nulla puoi affidarti alla creatività di Laura Greco”.

Successivamente l’utente riceverà un'anteprima gratuita della rivisitazione del vestito, e se l’ipotesi sarà di suo gradimento verrà creato il contatto per gli step successivi funzionali alla realizzazione dell’intervento.

La trasformazione


«Quello che possiamo fare è trasformare totalmente l’abito oppure applicare un ricamo o una patch – racconta Laura Greco -, ma anche fare delle riparazioni o degli interventi che migliorano la vestibilità. Fra le richieste arrivate ultimamente, una cliente desiderava rendere un cappotto più colorato e sono intervenuta con il ricamo, su una camicia ho applicato degli strass, ho ristretto una giacca di pelle ed ho inserito le tasche ad una felpa». 
La stilista spiega che spesso nei vecchi capi la qualità dei tessuti è superiore e vale la pena non gettarli via ma ridargli una seconda vita. In ogni caso dopo il processo di trasformazione l’oggetto ha un uso e un valore superiori rispetto a quelli che aveva in partenza.
La missione delle opere di Laura Greco è quella di allungare la vita degli abiti, in contrapposizione a quella che è stata definita la “fast fashion”, cioè la moda simile ad un fastfood, che promuove un ciclo rapido di acquisto e smaltimento dei vestiti: «L’industria della moda ha un impatto significativo sull’ambiente, in termine di consumo di acqua, inquinamento, emissioni di gas serra e spreco di risorse – si legge nella presentazione del progetto RiAbito -. Circa il 60% dei tessuti prodotti finisce nelle discariche entro un anno dalla produzione. Per questa ragione offriamo un modo innovativo e sostenibile per ridurre il nostro impatto ecologico». 


I principi di RiAbito sono tre: il riutilizzo, per dare una seconda vita agli abiti usati e ridurre i consumi; la riparazione, per contrastare la mentalità dell’usa e getta; e la personalizzazione, poiché ogni abito diventa un’opera d’arte unica, riflettendo la personalità dell’artigiano e del proprietario. 
«Il mio desiderio è quello di creare una linea di moda sostenibile con capi che siano riciclati o impiegano materiali di scarto», conclude Laura Greco.
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