Omicidio Cairo, il Dna conferma: sue le ossa rinvenute nel pozzo

Omicidio Cairo, il Dna conferma: sue le ossa rinvenute nel pozzo
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Martedì 9 Aprile 2024, 19:21

Appartengono a Salvatore Cairo, l'imprenditore scomparso nel maggio del 2000 a Brindisi, alcuni frammenti di ossa trovati sul fondo di un pozzo il 20 dicembre scorso. Lo conferma la perizia dei consulenti incaricati dal tribunale di Brindisi che hanno esaminato i frammenti per analizzare il Dna.

La documentazione è stata depositata ieri alle parti. Il lungo lavoro di analisi, estrazione e compatibilità con i profili genetici isolati dai frammenti trovati, con alcuni familiari (un fratello ed una sorella) di Cairo, è stato eseguito dalla genetista Giacoma Mongelli e dal medico legale Liliana Innamorato.

A indicare il luogo, nella zona industriale di Brindisi in contrada La Rosa, dove sono state trovate le piccole parti di ossa insieme a una cintura e un paio di scarpe, fu Enrico Morleo, il 58enne in carcere dal 3 marzo del 2022 con l'accusa di avere ucciso, con l'aggravante del metodo mafioso, tra il 2000 e il 2001, Cairo e Sergio Spada, imprenditori nel settore del commercio delle pentole e degli articoli per la casa. Un duplice omicidio per eliminare due concorrenti nella vendita porta a porta di articoli per la casa e di batterie di pentole in particolare: questo per l'accusa sostenuta dal pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia, Milto De Nozza.

Nel processo, con le stesse accuse, è imputato anche Cosimo Morleo (59 anni), fratello di Enrico. Il cadavere del 46enne Sergio Spada, invece, venne ritrovato in un'area di servizio dismessa sulla circonvallazione di Brindisi, con un foro di proiettile nella nuca, il 19 novembre del 2001.

Secondo l'accusa Cosimo sarebbe stato il mandante ed Enrico l'esecutore dell'omicidio di Cairo come anche di quello di Sergio Spada.

Enrico Morleo, nel corso di un'udienza a dicembre, prima del sopralluogo, aveva fatto riferimento alla circostanza di aver solo "distrutto il corpo", ma aveva negato di essere stato lui ad uccidere Cairo, manifestando la propria disponibilità a indicare agli inquirenti il luogo dove aveva nascosto i resti del corpo dell'imprenditore (fatto a pezzi con una motosega).

Il sopralluogo fu eseguito con l'ausilio di personale specializzato dei vigili del fuoco, alla presenza anche dei giudici della Corte d'assise di Brindisi e del pubblico ministero. Cosimo ha sempre ribadito la sua totale estraneità a entrambi gli omicidi. Il 59enne ha anche respinto il movente di tipo economico, riconducibile alla presunta volontà di liberarsi di due concorrenti nel settore degli articoli per la casa. La prossima udienza è fissata per il prossimo 16 aprile quando saranno ascoltati i due consulenti indicati dal tribunale per gli esami effettuati sui frammenti di ossa e sul resto. Enrico Morleo è difeso dall'avvocato Giacinto Epifani, Cosimo Morleo dall'avvocatessa Elvia Belmonte e dall'avvocato Luca Leoci.

I familiari delle vittime sono assistite dagli avvocati Maurizio Scardia, Oreste Nastari, Karin Pantaleo, Emanuela Sborgia, Giuseppe Guastella e i Vincenzo Farina. Fra i familiari anche la moglie di Cairo, Elvira Stano, il fratello Sebastiano e la sorella Anna.

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