Per il Tar il consiglio di amministrazione dell'Asi è illegittimo ma il presidente Rina annuncia il ricorso al Consiglio di Stato

Gli uffici di Brindisi del consorzio Asi
Gli uffici di Brindisi del consorzio Asi
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Martedì 9 Gennaio 2024, 05:00

Nessuna rappresentanza delle associazioni degli imprenditori insediati nella zona industriale di Brindisi. E così, a due anni dal ricorso, il Tar di Lecce ha dato ragione alla Camera di commercio di Brindisi che aveva contestato le nomine effettuate dall’assemblea dei soci del consorzio Asi, di fatto decretando l’illegittima composizione del consiglio di amministrazione. Una decisione, quella dei giudici amministrativi, nei confronti della quale l’attuale cda presenterà ricorso di fronte al Consiglio di Stato durante i 45 giorni di prorogatio concessi dalla legge.

Nomine e polemiche

Era il 28 ottobre 2021 quando l’assemblea dei soci del consorzio Asi, composta da Provincia, Comuni di Brindisi, Ostuni, Francavilla Fontana e Fasano e dalla Camera di commercio, senza il voto di quest’ultima, elesse il consiglio di amministrazione dell’Asi nelle persone di Vittorio Rina (designato da Provincia di Brindisi e Comune di Brindisi), Giacomo Rosato (designato dal Comune di Fasano) e Martina Landolfa (designata dal Comune di Francavilla Fontana), affidando poi a Rina il ruolo di presidente ed a Landolfa quello di vice.
Una decisione contestata dalla Camera di commercio, per il tramite del commissario Antonio D’Amore, perché con la scelta effettuata non era stata garantita la presenza, all’interno del cda, “di un membro rappresentante delle associazioni di categoria delle imprese insediate nell’Area di sviluppo industriale di Brindisi” come previsto dalla legge regionale e dallo statuto del consorzio. Contestazione accolta dai giudici amministrativi. Del resto, era stato lo stesso D’Amore, durante la riunione dell’assemblea dei soci nell’ottobre 2021, a chiedere proprio per questo motivo un breve rinvio della decisione.

Richiesta avanzata anche dal Comune di Ostuni ma che, invece, era stata respinta.

Modifiche allo statuto inutili

Il Tar, inoltre, ha contestato le argomentazioni dello stesso consorzio con le quali si sottolineava che “tutti i soci hanno approvato la bozza del nuovo Statuto (così come dimostrato dai provvedimenti dei singoli soci rimessi in atti) e, dunque, le procedure volte alla modifica statutaria sono ancora in corso di evoluzione nell’obiettivo precipuo e dichiarato della maggiore rappresentatività di tutti i soci in seno all’ente”. La modifica allo statuto, ricordano infatti i giudici, non solo “non risulta ancora approvata ed efficace” ma anche se lo fosse “non avrebbe comunque efficacia retroattiva”. Da qui la decisione sul ricorso che, per il Tar, è “manifestamente fondato e deve essere, quindi, accolto”.

Cosa succederà

Ora il consiglio di amministrazione ha 45 giorni di prorogatio, secondo quanto sostenuto dal presidente Rina. E già nelle prossime ore delibererà per la costituzione di fronte al Consiglio di Stato, l’ultimo grado di giudizio della giustizia amministrativa italiana, chiedendo la sospensiva d’urgenza della decisione del Tar. Se, tuttavia, questa non dovesse arrivare, l’assemblea dei soci dovrà riunirsi per nominare un nuovo cda. «Le sentenze - dice il presidente - non si commentano. O si accettano, o si impugnano. E io la impugnerò, perché secondo me può produrre gravi danni all’ente». Non dovrebbero esserci problemi di legittimità, invece, per gli atti adottati fino ad oggi dal cda, sempre secondo Rina.

Il vincitore della battaglia

Ad esultare è invece il commissario della Camera di commercio, che aveva ricevuto dalle associazioni di categoria il mandato di costituirsi di fronte al Tar. La cui decisione, afferma, «ristabilisce la verità su ciò che è accaduto in questi anni all’interno del consorzio Asi e restituisce alle imprese il diritto di essere rappresentate nel consiglio di amministrazione dello stesso consorzio. Adesso, ovviamente, mi aspetto che il presidente Vittorio Rina convochi con sollecitudine l’assemblea dei soci per consentire il rispetto della sentenza del Tar e quindi per permettere al mondo produttivo di essere presente negli organismi decisionali, insieme ai rappresentanti delle aree industriali dei comuni presenti all’interno del consorzio. La Camera di Commercio, così come è avvenuto fino a questo momento, non è interessata a spartizioni politiche, ma pretende rispetto per chi fa impresa e che fino ad oggi è stato estromesso da tutti i processi decisionali sulle sorti delle aree industriali più importanti della provincia di Brindisi. E comunque, prima dell’assemblea consortile avrò cura, così come già fatto all’atto della presentazione del ricorso al Tar, di convocare un incontro con tutte le associazioni di categoria rappresentate dall’ente camerale per assumere decisioni condivise, nell’esclusivo interesse della crescita del territorio».
 

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