Sgarbi: «Brindisi capitale della cultura? Sì, ha una grande storia classica da valorizzare»

Vittorio Sgarbi
Vittorio Sgarbi
di Paola CRESCENZO
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Giovedì 18 Aprile 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 20 Aprile, 13:23

«Brindisi ha un’importante storia classica da valorizzare, a prescindere dal riconoscimento di Capitale italiana della Cultura, titoli spesso assegnati più per geografie politiche che per il merito»: lo afferma Vittorio Sgarbi, critico d’arte, già sottosegretario alla Cultura riguardo alla volontà del sindaco Giuseppe Marchionna di candidare Brindisi a Capitale italiana della Cultura 2027.

Crede che Brindisi abbia buone probabilità di ricevere questo riconoscimento?

«Io ho una grande considerazione di Brindisi, ci vengo più volentieri che a Lecce, perché è meno caotica.

La città ha dei monumenti interessanti ed ha una sua dignità, credo che fare iniziative culturali sia importante ma non mi affiderei troppo a questa idea dell’allora ministro Franceschini della Capitale italiana della cultura. Ricordo che il titolo nacque in contrapposizione a Matera che aveva ottenuto il riconoscimento di Capitale europea, per ovviare alla delusione delle altre città come Ravenna, Urbino, Bergamo, Mantova. Franceschini inventò questa “miserabile” formula che aggiudica 1 milione di euro rispetto ai 56/58 milioni del titolo europeo».

Ritiene quindi che la candidatura non sia una buona idea?

«La candidatura ci può stare senza farsi troppe illusioni poiché le commissioni sono spesso costituite da gente capricciosa. Con l’ultimo ministro tendono a vincere le città amministrate dal centrodestra, con quello precedente vincevano le città di centrosinistra. Se uno vuole gareggiare lo faccia ma non confiderei troppa fiducia o desiderio. La candidatura è più utile alla promozione della città, il sindaco quindi in questo senso ha fatto bene».

Un focus del dossier sarà Brindisi porta del Mediterraneo, lei su cosa crede si debba puntare?

«Indubbiamente va messa in risalto la civiltà classica, mi viene in mente il Tempietto di San Giovanni al Sepolcro che è molto bello e il museo archeologico Ribezzo. Uno sguardo lo meritano anche le masserie presenti nella provincia».

Il primo nome per la direzione artistica è quello di Chris Torch che ha contribuito al titolo europeo per Matera, ha suggerimenti?

«A Matera la direzione artistica vincente è stata quella di Paolo Verri. Credo che nella pianificazione da presentare alla commissione per la valutazione occorra più che dire la verità, un contenuto ammiccante. Si potrebbe anche pensare di coinvolgere l’Albania visto che oggi ha un presidente che è anche un artista, giocando su una biennale d’arte che colleghi l’Albania con Brindisi».

Visto che era stato il promotore, sta andando avanti la proposta di portare a Brindisi una succursale del Maxxi?

«Sarebbe stata un’ottima idea ma io ho pessimi rapporti con il presidente del Maxxi e non so se il progetto sia andato avanti. L’ho suggerito quando ero al governo, è un’ipotesi certamente praticabile. Ma voglio aggiungere che l’esperienza della galleria d'arte fatta a Brindisi da Vescina nel Tempietto andrebbe valorizzata perché fu davvero originale, contro le banalità dell’arte contemporanea. Suggerirei, inoltre, di dialogare con un artista formidabile che si chiama Theimer che potrebbe lavorare su un filone classico collegando la sua esperienza con la tradizione classica di Brindisi».

Se arrivasse il riconoscimento Unesco per l’antica Via Appia giocherebbe a favore di Brindisi anche per questa candidatura?

«Si non c’è dubbio, è molto importante per la storia di Brindisi in generale. Mentre per quanto riguarda la candidatura a Capitale della cultura ritengo, lo ripeto, che sia uno spolvero utile ed efficace più come notizia che come risultato. Faccio i miei auguri alla città e al sindaco Marchionna. Tornando al mio ragionamento iniziale essendo l’amministrazione brindisina di centro-destra, in questo momento potrebbe essere favorita».

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