«Errori contabili». La società in house Santa Teresa senza risorse è pronta a chiudere

«Errori contabili». La società in house Santa Teresa senza risorse è pronta a chiudere
di Lucia PEZZUTO
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Mercoledì 21 Giugno 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:17

Santa Teresa, la società partecipata della Provincia di Brindisi è in crisi e potrebbe già avere una data di scadenza. E’ quanto emerge dall’ultimo confronto tra i rappresentanti della Spa ed i funzionari della Provincia.

Il punto

Anche quest’anno il bilancio è negativo e a poco è valso il contradditorio per chiarire i crediti rivendicati sul bilancio 2022 e gli stessi che la Provincia ritiene possano essere effettivamente riconosciuti. Nei giorni scorsi il presidente della Provincia Toni Matarrelli, il neosindaco di Brindisi Giuseppe Marchionna (amministratore unico dimissionario della Santa Teresa) ed i sindacati si erano seduti attorno ad un tavolo per provare ad affrontare la questione.
Dal nuovo contraddittorio effettuato ieri mattina, anche alla luce del riconoscimento da parte della Provincia di alcuni crediti in prima battuta non riconosciuti, si è riscontrato, in ogni caso, un errore da parte della Santa Teresa nella determinazione di crediti che a loro giudizio fossero maturati nel 2022 ma che di fatto hanno imputazione contabile sul 2023. L’esito certo negativo del bilancio, fa sapere la Provincia, comporterà una serie di ulteriori attività che saranno successivamente concordate con il Consiglio Provinciale e gli organi della stessa società.

Il presidente Matarrelli

«Prendiamo atto dell’errore di Santa Teresa che ha provocato le condizioni di un bilancio in perdita», ha detto il presidente della Provincia Toni Matarrelli che ha seguito la riunione da remoto perché fuori sede per altri impegni istituzionali. «Ora - ha spiegato - insieme al nuovo amministratore e al sostegno delle forze sindacali vedremo come affrontare e superare questa ulteriore difficoltà, fermo restando che il quadro rimane critico visto la carenza di risorse finanziare della Provincia. O arrivano sostegno dallo Stato e dagli altri enti superiori o non c’è futuro per Santa Teresa». Il problema , quindi, sostanzialmente è nella carenza di risorse a disposizione della Provincia di Brindisi che non è più in grado di sostenere spese così importanti. Tutto questo, bilancio negativo a parte, determina una data di scadenza per la società.
«La Santa Teresa - insiste Matarrelli - rischia di chiudere perché non abbiamo soldi per i servizi perché le Province non hanno più risorse.

Lo Stato non le trasferisce e quindi non possiamo affrontare le spese. Potremmo forse arrivare a dicembre se qualcuno ci aiuta , poi, o fanno la norma che consenta alla Provincia di riavere competenze e risorse o non si potrà andare avanti. Fermo restando che questo errore nel calcolo dei crediti complica la situazione».

I sindacati


Nel frattempo i sindacati sono già su piede di guerra. Il Cobas dice: «Sono fortemente preoccupati le voci che girano sulla chiusura della società. Alle già dichiarate difficoltà economiche esposte nei mesi scorsi dal Presidente della Provincia, Toni Matarrelli, in quanto lo Stato non finanzia le province sembra che si aggiunga una altra grossa tegola. Si discute in queste ore alla Provincia di Brindisi negli uffici preposti se alcune fatture presentate dalla Santa Teresa siano esigibili o meno. Nell’ipotesi che le fatture emesse non siano esigibili e che il bilancio vada in negativo si rischia , secondo le leggi vigenti, la chiusura immediata perché si sorpassa il limite massimo di bilanci in negativo». A questo proposito sempre il Cobas spiega che gli ultimi ammortizzatori sociali utilizzati dalla Santa Teresa, che coinvolge ad oggi una ventina di lavoratori, finiranno inderogabilmente al 30 giugno. «Di fatto per riprendere le attività si dovrebbe chiudere la Santa Teresa 1 ed aprire la Santa Teresa 2 – dice Bobo Aprile- Ci auguriamo che ciò non avvenga e che si trovi una soluzione a questa tegola . Si stava lavorando in queste settimane a trovare dei fondi utili a superare l’estate per poi sperare in una legge in autunno che rifinanziava le Province». 
Intanto per il 22 giugno il sindacato ha organizzato una manifestazione a Bari per chiedere alla Regione che vengano inviati i finanziamenti già programmati. «Il Cobas, prima che precipitasse la situazione , aveva chiesto una  del Comitato di Monitoraggio alla Task Regionale sulla Occupazione guidata dal Presidente Leo Caroli. Da più azioni coordinate dobbiamo riuscire a costruire la soluzione occupazionale, che oggi sembra molto lontana», conclude Aprile.

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