La pista ciclabile di viale Aldo Moro resta al suo posto, Quarta: «Non è colpa nostra, abbiamo fatto il possibile»

Il traffico creato, secondo alcuni, dalla pista ciclabile in viale Aldo Moro
Il traffico creato, secondo alcuni, dalla pista ciclabile in viale Aldo Moro
di Francesco RIBEZZO PICCININ
4 Minuti di Lettura
Domenica 28 Gennaio 2024, 16:47

Fin dall’insediamento della nuova amministrazione, è stato fatto tutto il possibile per risolvere un problema creato da altri. È questa, in estrema sintesi, la posizione dell’assessore ai Lavori pubblici di Brindisi Gianluca Quarta sull’affaire della pista ciclabile di viale Aldo Moro. Che, alla fine, si concluderà verosimilmente con la realizzazione dell’opera per come era stata inizialmente prevista.

Quando è nato questo problema?

«Nel 2022 venimmo a conoscenza della volontà dell’amministrazione Rossi di accedere a quel finanziamento. All’epoca facemmo anche qualche sopralluogo come commissione Lavori pubblici. Da lì partì la nostra opposizione all’opera, perché capimmo subito che avrebbe creato problemi alla viabilità. Poi l’opera fu appaltata ad ottobre del 2022, doveva essere realizzata in cento giorni ma emersero subito problemi con la ditta. Tutto questo si sarebbe comunque dovuto concludere molto tempo fa, o con la fine dei lavori o con la rescissione del contratto. In realtà è andato avanti per molti altri mesi, tanto che pochi giorni dopo la nomina, a fine giugno, una delle primissime cose che feci come assessore fu chiamare la ditta dando un termine perentorio per la conclusione dei lavori».

Ma in campagna elettorale non avevate promesso di cancellare quell’opera?

«Mai fatta una dichiarazione del genere. Ho detto che avrei affrontato la questione e mi sarei impegnato a risolverla, visto che la precedente amministrazione non l’aveva fatto. Poi, se qualcun altro ha promesso di cancellarla, non lo so e non posso assumermene io la responsabilità. Ma, lo ripeto, questo è un progetto della passata amministrazione che si sarebbe dovuto concludere molto tempo prima del nostro arrivo. Nonostante i problemi con la ditta, nessuno ha fatto niente per rescindere il contratto. Eppure avrebbero avuto tutto il tempo».

Avete provato ad elaborare una variante che mitigasse quelli che ritenete i problemi creati dal progetto.

«È stata elaborata pochi giorni fa. Nella giornata di lunedì ci è stata consegnata e venerdì abbiamo convocato la commissione. Il costo è maggiore perché una parte dell’opera è già realizzata e bisogna modificare quello che già c’è già, intervenendo anche sullo spartitraffico, cambiando i cordoli e spostando diversi lampioni».

Come è stato giudicata la variante dalla commissione?

«Abbiamo fatto presente che comporterebbe un aggravio di costi di oltre 300mila euro per recuperare circa 80-100 centimetri di strada.

Questo non consentirebbe, comunque, di avere la seconda corsia. Dunque sia maggioranza che opposizione si sono chiesti se valga la pena di spendere quella somma per un risultato del genere. E l’idea è che non ne valga la pena. Ma abbiamo fatto questo passaggio perché avevamo preso l’impegno di coinvolgere, prima di qualunque decisione, di competenza dell’amministrazione, maggioranza e opposizione».

Cosa farà l’amministrazione?

«Naturalmente prenderà in considerazione le impressioni di maggioranza e opposizione. A questo punto, quasi certamente si continuerà con il vecchio progetto che, comunque, un po’ tutti hanno criticato. E non perché non siamo attenti alle questioni ambientali e di mobilità sostenibile ma solo perché quel progetto comporta conseguenze negative importanti sulla viabilità della città».

Non si può semplicemente cancellare?

«Saremmo anche stati disposti a stanziare somme più importanti, se non ci fosse stato il rischio di incappare nel danno erariale, con conseguenti responsabilità personali. Ma il problema più importante, a parte questo, è che abbandonando il progetto non potremmo più candidare la città ad altri bandi».

Cosa accade ora?

«In queste ore si sta procedendo con la rescissione contrattuale. La Bms provvederà a mettere in sicurezza il cantiere e, visto che le altre ditte hanno risposto di non avere intenzione di portare avanti il cantiere, la società in house si occuperà anche dell’ultimazione della pista. Anche perché per aspettare le pochissime ditte disponibili, dovremmo pazientare otto o dieci mesi, nei quali il cantiere rimarrebbe bloccato».

È possibile, comunque, prevedere qualche piccola miglioria?

«L’unico, piccolo intervento migliorativo da poter apportare senza ulteriori spese sarebbe quello di far inserire stalli zebrati in prossimità delle fermate degli autobus o delle aree dei condomini dove sostano i mezzi della raccolta rifiuti per agevolare lo scorrimento durante le soste o le operazioni di raccolta».

© RIPRODUZIONE RISERVATA