Mafia a Bari, i voti delle primarie controllati dai clan: ecco come funzionava il reclutamento

Tommaso Lovreglio, nipote del boss Savino Parisi, avrebbe promesso a Olivieri “voti per la candidata Lorusso, reperiti nel quartiere Japigia, area cittadina sotto il pieno controllo”

Mafia a Bari, i voti delle primarie controllati dai clan: ecco come funzionava il reclutamento
​Mafia a Bari, i voti delle primarie controllati dai clan: ecco come funzionava il reclutamento
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Lunedì 26 Febbraio 2024, 13:20 - Ultimo aggiornamento: 16:25

I clan baresi avrebbero non solo inquinato le Comunali del 2019 a Bari ma anche le primarie del centrodestra. E’ quanto emerge nell’ordinanza di custodia cautelare che oggi ha portato all’arresto, tra gli altri, di Giacomo Olivieri e sua moglie, Carmen Lorusso, consigliera comunale.

I dettagli

Ad esempio, Tommaso Lovreglio, nipote del boss Savino Parisi, avrebbe promesso a Olivieri “voti per la candidata Lorusso, reperiti nel quartiere Japigia, area cittadina sotto il pieno controllo” dei Parisi, in cambio “della consegna di diecimila euro”.

Ma lo stesso Lovreglio “aveva già garantito – si legge - il proprio appoggio all’Olivieri in occasione delle elezioni primarie” con cui, nel 2019, il centrodestra scelse Di Rella come candidato battendo Filippo Melchiorre e Fabio Romito.

Di Rella era sostenuto, tra gli altri, proprio da Olivieri.

A procacciare i voti avrebbero contributo anche Michele e Donato De Tullio, ritenuti contigui al clan Parisi, che avrebbero partecipato a riunioni con Olivieri “e promettevano il loro apporto per il reclutamento nel rione Japigia di voti in favore dà Lorusso in cambio di denaro”.

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