Antenna coperta da un “finto camino”, polemiche nel centro storico

La foto del finto camino
La foto del finto camino
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Giovedì 28 Luglio 2022, 07:29 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 22:31

Qualcuno, sui social, l’ha definita “l’alba dei morti viventi”. Forse la definizione è esagerata, ma a Conversano non mancano le polemiche per l’installazione di una nuova antenna di telefonia mobile in pieno Centro storico. Si potrebbe definire “l’antenna incappucciata”, visto che, a farle da protezione, c’è un finto camino che la copre esteticamente. D’altro canto, non sarebbe stato il massimo fare concorrenza visiva al campanile della Cattedrale. L’antenna, la cui autorizzazione è stata concessa ad una compagnia di telefonia mobile, su un lastrico solare di un immobile concesso dai proprietari (un’impresa edile), è sorta in via Pallonetto, in pieno Centro storico, laddove è (quasi) tutto vietato per preservarne la bellezza.

Autorizzazioni in regola

Autorizzazioni che, a scanso di equivoci, sono in regola, sia per il Suap che la Soprintendenza. Questo l’ok della Soprintendenza: «Considerata la documentazione integrativa, richiesta dalla Scrivente, recante fotoinserimenti dell’opera nelle aree e strade pubbliche per un raggio di almeno 200 metri dal sito di installazione dell’impianto e da siti di interesse pubblico; tenuto conto degli esiti degli approfondimenti che evidenziano la limitata visibilità dell’impianto dai luoghi oggetto di indagine, questa Soprintendenza, per quanto di competenza e fatti salvi interessi di terzi, ritiene che l’intervento possa essere realizzato adottando la soluzione proposta del cosiddetto finto camino con la prescrizione che il manufatto sia tinteggiato di colore neutro di tonalità grigio-celeste, al fine di attenuarne ulteriormente l’impatto visivo e, laddove consentito dalle norme di settore sulle emissioni, l’altezza libera sia ridotta quanto possibile».

Insomma, installazione ok, basta che incappucciate e nascondete. Il finto camino legalizzato. Sui social sono decine i commenti negativi, con tanto di richiesta agli enti preposti di vigilare ed intervenire su una struttura che, a parere di molti, non rispetta il contenuto del nulla osta di autorizzazione.

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