Il sindaco Decaro smentisce Emiliano sulla visita alla sorella di Capriati: «Mai avvenuto»

«Da Pm rinviai a giudizio Capriati che fu condannato all'ergastolo. Altro che ossequio», tuona il presidente della Regione Michele Emiliano in risposta alle dichiarazioni di esponenti di centrodestra

Il sindaco Decaro smentisce Emiliano sulla visita alla sorella di Capriati: «Mai avvenuto»
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Domenica 24 Marzo 2024, 17:53 - Ultimo aggiornamento: 25 Marzo, 20:05

«Per quanto attiene a quell'episodio in particolare, di quasi venti anni fa, Emilian​o non ricorda bene. È certamente vero che lui mi diede tutto il suo sostegno, davanti alle proteste di buona parte del quartiere, quando iniziammo a chiudere Bari Vecchia alle auto, ma non sono mai andato in nessuna casa di nessuna sorella» . Questa la versione del sindaco di Bari, Antonio Decaro, in riferimento alle parole dette ieri dal governatore pugliese che aveva raccontato di averlo accompagnato a casa della sorella del boss Capriati. Secondo il racconto del governatore, sarebbe stato minacciato con una pistola e poi portato a casa della sorella incensurata del boss Antonio Capriati. «Questi atteggiamenti non sono più tollerati», disse Emiliano alla famiglia del boss. È l'episodio raccontato dal presidente della Regione Puglia durante la manifestazione di ieri a Bari e che ha visto protagonista proprio Decaro, all'epoca dei fatti assessore della Giunta comunale guidata dall'attuale governatore, già sindaco.


L'episodio si riferisce agli anni in cui Decaro era assessore al Traffico e si era deciso di chiudere alle auto Bari vecchia. «Un giorno - ha detto dal palco Emiliano - sento bussare alla porta, Decaro entra, bianco come un cencio, e mi dice che era stato a piazza San Pietro e uno gli aveva ha messo una pistola dietro la schiena perché lui stava facendo i sopralluoghi per la Ztl.

Lo presi, in due andammo a casa della sorella di Antonio Capriati, che era il boss di quel quartiere, e andai a dirle che questo ingegnere è assessore mio e deve lavorare perché c'è il pericolo che qui i bambini possano essere investiti dalle macchine. Quindi, se ha bisogno di bere, se ha bisogno di assistenza, te lo affido».

La polemica

Parole che hanno sollevato un vespaio di polemiche con il centrodestra che è partito all'attacco. i parlamentari pugliesi di Fratelli d'Italia hanno bollato come «Gravissime le parole del governatore. Un racconto indecente di quando Decaro, oggetto di minacce, non denunciò alle forze dell'ordine, ma si affidò ad un soggetto politico, l'allora sindaco Emiliano, che l'accompagnò a casa della sorella del boss per ricevere protezione. Si indignano verso i dovuti, legittimi e necessari controlli dello Stato e trattano con i clan? Siamo preoccupati». Oggi ha rincarato la dose il ministro Roberto Calderoli. «La risposta per me è una sola, con la mafia non si tratta». Così il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie ha fatto irruzione nel caso scatenato dalle parole di Michele Emiliano a Bari. «Per anni abbiamo vissuto la vicenda della trattativa Stato-mafia e i relativi lunghissimi processi e oggi mi domando: cosa cambia in questo caso?  Io mi sarei aspettato - spiega ancora il ministro - che l'allora assessore Decaro, oggetto di minacce e intimidazioni, con una pistola puntata alla schiena stando a Emiliano, si rivolgesse immediatamente alle autorità proposte, per cui o alla magistratura o alla Polizia Giudiziaria. L'assessore allora ha ritenuto invece di rivolgersi al suo sindaco e non si capisce se lo fece in quanto suo "superiore" o perché ex procuratore della Dia, ancora meno comprensibile è perché il suo sindaco, da ex magistrato, non abbia ritenuto opportuno rivolgersi agli ex colleghi della Procura o alla Polizia giudiziaria e abbia preferito rivolgersi alla sorella, seppure incensurata, di un boss condannato all'ergastolo, a capo di un clan sommerso da condanne da 350 anni di reclusione per omicidi e spaccio di droga tra i vari reati commessi. La sorella sarà anche stata incensurata ma a detta di Emiliano questo "affido" ha fatto sì che l'assessore Decaro poi non fosse più minacciato e quindi il progetto Ztl a Bari venisse realizzato. La risposta per me - conclude Calderoli - è una sola, con la mafia non si tratta».

La replica di Emiliano

«Da Pm rinviai a giudizio Capriati che fu condannato all'ergastolo. Altro che ossequio», tuona il presidente della Regione Michele Emiliano in risposta alle dichiarazioni di esponenti di centrodestra. 

«Era la Bari di venti anni fa, a quei tempi Bari vecchia in Italia veniva chiamata Scippolandia. Da sindaco, che di mestiere faceva il PM antimafia, cercavo di far capire agli abitanti del quartiere, a tutti gli abitanti, che lì stava per cambiare tutto, in una prospettiva di legalità. Che poi è quello che dal palco ho raccontato con un’iperbole. Per capire cos’abbiamo fatto in vent’anni, invece che strumentalizzare una boutade, venite a vedere cos’è oggi Bari Vecchia, e vedete cos’era prima».

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