Tassa di soggiorno: i B&b si rivolgono al Tar per chiedere lo stop dell'imposta

Tassa di soggiorno: i B&b si rivolgono al Tar per chiedere lo stop dell'imposta
di ​Elga MONTANI
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Domenica 5 Novembre 2023, 10:55

Tutti contro l’imposta di soggiorno a Bari. Dopo quello presentato da Federalberghi, spunta un nuovo ricorso al Tar da parte dell’associazione extralberghieri terra di Bari. Il ricorso è stato presentato, a firma dell’avvocato Pierluigi Zanetti e dell’avvocato Michele Dionigi, al giudice amministrativo, già investito della questione, sull’onda del ricorso presentato proprio da Federalberghi in rappresentanza del settore Extralberghiero, e come Associazione Extralberghiero Terra di Bari.

Servizi nel settore turistico


«In questi giorni – sottolinea Pierluigi Zanetti, vicepresidente dell’associazione - vengono pubblicati proclami da parte del Comune circa i cospicui importi, sino ad oggi raccolti, a seguito della istituzione della tassa di soggiorno senza però chiarire e rendere noti i progetti programmati per l’utilizzo di tale denaro pubblico in favore del settore turistico». Il problema principale risiederebbe quindi nell’utilizzo di tutti questi fondi, anche se l’amministrazione comunale ha annunciato che saranno sfruttati per migliorare i servizi, dopo un tavolo di confronto con tutti gli attori coinvolti.

Ad oggi, però, non è affatto chiaro come tali somme verranno investite. «Le richieste avanzate dal settore extralberghiero per conoscere l’esistenza di un piano strategico sul turismo del Comune di Bari – prosegue Zanetti - sono sempre state disattese e rimaste ancora oggi senza risposta, pur oramai a fronte di una tassa già in vigore». Sulla questione, dagli extralberghieri aggiungono: «La tassa così come istituita non rende chiara ed ineccepibile la finale destinazione dei fondi riscossi, che per legge deve essere destinata necessariamente solo ed esclusivamente a beneficio di servizi per il turismo, quale tassa di scopo». 

Gli abusivi


Non mancano anche da parte degli extralberghieri critiche alla questione degli abusivi, che penalizzano non solo gli alberghi, ma anche loro. «Questa tassa – proseguono - crea disuguaglianza di trattamento tra le varie tipologie di strutture, impropriamente parificate con l’attribuzione di un importo di tassa iniqua, nonché penalizza gli operatori legali a vantaggio delle strutture abusive, nostri concorrenti sleali, ad oggi non ancora censite dall’amministrazione pur in presenza di banche dati oramai idonee a detto scopo». Senza considerare che, nonostante le opposizioni e le richieste di rinvio da parte di tutti gli operatori, si è deciso di far diventare effettiva questa misura in un periodo di bassa stagione, dato che quella destagionalizzazione di cui tanto si parla non esiste ancora a Bari. «La scelta di introdurre la tassa in un periodo di bassa stagione – conclude Zanetti - senza prevedere tariffe diversificate a seconda del periodo, come invece previsto dal regolamento, è fortemente penalizzante per il settore, e porta ad un dirottamento del flusso turistico, già ridotto, verso mete vicine in cui la tassa non si applica o è prevista in misura ridotta». L’entusiasmo del sindaco Antonio Decaro, che aveva visto nei dati del primo mese di imposta di soggiorno un segnale positivo (ricordiamo che sono stati incassati circa 250mila euro su circa 60mila turisti) non viene quindi condiviso dagli operatori, né dell’extralberghiero, né del settore alberghiero, che continuano a rimarcare come invece i dati abbiano fatto vedere che il protagonista in questo mese e colui che l’ha fatta da padrone sia stato l’abusivismo. E anche per Federalberghi c’è il problema dell’utilizzo di questi soldi, oggi incassati e che verranno formalmente versati alla fine di ogni trimestre.

«A fronte della chiara denuncia della Federalberghi, cosa fa il sindaco? – sottolinea Francesco Caizzi - Getta la palla in tribuna e prova a eludere lo scandaloso problema. Festeggia i 250mila euro incassati, ma aggira il problema dell’evasione confermandolo e ammette che il Comune non ha un piano predisposto per la spesa di quei soldi, ma li userà per attività che nulla hanno a che vedere con il turismo. La legge impone che tali fondi siano utilizzati per interventi in materia turistica, mentre il regolamento non prevede nessuna forma di controllo e/o condivisione per le scelte future». 
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