Aumentano i reati dei minori e l'Ipm di Bari è sempre più pieno: il report

Aumentano i reati dei minori e l'Ipm di Bari è sempre più pieno: il report
di Elga MONTANI
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Venerdì 23 Febbraio 2024, 05:00

L’istituto penale per minorenni di Bari, così come tutti gli altri sedici istituti analoghi presenti su tutto il territorio nazionale, ha visto un incremento importante del numero di ragazzi al suo interno, soprattutto negli ultimi mesi. Stando al VII Report dell’associazione Antigone, dedicato espressamente alla giustizia minorile e agli istituti penali per minorenni, alla data del 15 gennaio 2024 erano presenti nella struttura di Bari 38 ragazzi, contro una capienza massima pari a 35. Quando la stessa associazione ha visitato la struttura, pochi mesi fa, ce n’erano solo 18. 
Si parla, quindi, di numeri raddoppiati. D’altronde, a livello nazionale, sempre al 15 gennaio di quest’anno ce n’erano 496, quasi tutti uomini considerando che le donne erano 13, il 2,6% dei presenti e nessuna si trova a Bari, oltre la metà, invece, erano gli stranieri (254 pari al 51,2% del totale). Se volessimo fare una classifica in base alle presenze, Bari si piazzerebbe al sesto posto in quanto al primo posto ci sarebbe l’istituto Beccaria di Milano, con 69 ragazzi, seguito da Napoli (53 presenze), Torino (47 presenze), Roma (46 presenze) e Bologna (43). Va considerato, inoltre, che quasi la metà del totale (il 48,8%) si trova detenuto tra Sicilia, Calabria, Puglia (Bari), Basilicata e Campania. Numeri in costante crescita dal 2021 ad oggi, ovvero da subito dopo la pandemia da Covid-19, quando invece prima del 2020, come si nota dalle statistiche, i dati erano in costante calo. 
Andando ad analizzare i dati dello scorso report pubblicato da Antigone, l’istituto barese, tre anni fa, al 15 gennaio 2021 ospitava 15 ragazzi, di cui 9 minorenni e 6 maggiorenni, sui 35 posti regolamentari, mentre ne erano 26 un anno prima (di cui 16 minorenni). Per quanto riguarda i dati registrati dall’associazione al momento della visita a Bari, quando i presenti nella struttura erano 18, tra di loro c’erano 11 italiani, con alcuni di loro provenienti dal Nord Italia, mentre gli stranieri erano 7, provenienti dalla Romania, dal Marocco, dalla Costa d’Avorio e dalla Moldavia. Sei dei ragazzi detenuti avevano una posizione giuridica definitiva, 11 erano in attesa del primo grado di giudizio mentre uno era un ricorrente.

Tre di questi ragazzi avevano la possibilità di accedere regolarmente ai permessi premio, uno era ammesso al lavoro esterno, mentre non erano presenti ragazzi che potevano usufruire della semilibertà. 

La relazione

Diversi i consumatori problematici di droghe e alcool, in particolare 17 ragazzi risultavano essere consumatori di sostanze e per questo segnalati al Serd. Esiguo invece il numero dei minori condotti presso il Centro di Prima Accoglienza (Cpa), annesso all’Ipm a seguito dei pochissimi arresti. L’istituto barese può vantare alcuni punti a suo favore, e altri a sfavore. Tra i punti a favore, si legge nella relazione dedicata al Fornelli, il fatto che «l’edificio è ben tenuto e presenta spazi ampi sia interni che esterni oltre al fatto che si svolga al suo interno un progetto di particolare valore in quanto esperienza che prevede un contatto con il mondo circostante». Parliamo del laboratorio teatrale “Sala Prove” gestito dal teatro di Bari e finanziato dal dipartimento, a cui partecipano attualmente sei ragazzi e che prevede spettacoli aperti al pubblico esterno. Positiva anche la comunicazione tra i ragazzi e il personale penitenziario, definita da Antigone «tutto sommato buona». Dal punto di vista negativo, il fatto che «a parte i passeggi e i due campi da calcio non ci sono aree verdi per i mesi estivi. La mancanza di spazi verdi è certamente un limite rispetto al tempo che i minori possono trascorrere all’aria aperta. Inoltre, a parte la scuola «non ci sono corsi di formazione che potrebbero occupare il tempo dei ragazzi dopo la scuola e lo studio». Inoltre, l’istituto non presenza luoghi idonei a garantire i cosiddetti colloqui prolungati (con durata tra le 4 e le 6 ore) in ambienti simili a quelli domestici. 
«In più occasioni – si legge nel report - il direttore ha richiesto finanziamenti a tale scopo, ottenendo che la voce fosse inserita nella programmazione, ma mai attuata». Infine, da segnalare la totale assenza di formazione professionale a causa della carenza di fondi regionali. 
 

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