Bari, il Comune quota i propri beni: per comprare il "San Nicola" servono 35 milioni

Bari, il Comune quota i propri beni: per comprare il "San Nicola" servono 35 milioni
di Samantha Dell'Edera
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Mercoledì 27 Aprile 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 18:29

Il polo dell’ex caserma Rossani raggiunge quota 43 milioni di euro. È il bene con più valore (dal punto di vista economico) del Comune di Bari. Seguito dai 35 milioni di euro dello stadio San Nicola. Il Comune ha messo nero su bianco lo stato patrimoniale, raggruppando in una determina approvata in giunta, 4.786 beni divisi tra fabbricati, terreni, sia disponibili (ossia ad esempio che si possono vendere) che indisponibili.

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Il valore degli immobili


Il valore viene calcolato anche considerando le relative manutenzioni straordinarie e gli interventi attuati per migliorare lo stesso immobile. Il valore complessivo dei soli fabbricati (includendo anche quelli demaniali) è pari a 744 milioni e 171mila euro. Ma scendendo nel dettaglio, salta subito all’occhio quanto il valore è strettamente connesso non solo alla grandezza del bene ma anche alla sua importanza storica. Troviamo quindi il palazzo del Comune che vale 10 milioni e 520mila euro, il teatro Piccinni da poco ristrutturato che raggiunge quota 16 milioni e 424 mila euro. Un terzo dell’Ateneo è di proprietà del Comune e raggiunge un valore di 14 milioni e 896mila euro. Parlando di stadi, c’è anche l’Arena della Vittoria che vale 6 milioni ma se si aggiungono tutte le unità immobiliari presenti all’interno si superano i 14 milioni di euro complessivi. 
Sempre in tema di strutture sportive ci sono le piscine comunali del valore di 7 mlioni di euro. Ed ancora i sette milioni di euro della ripartizione Anagrafe a largo Fraccacreta, i quattro milioni per il cimitero, i 5 milioni e mezzo per la porzione dell’ex Manifattura, un milione e 430mila euro per il Fortino, due milioni per l’ex Mercato del Pesce. 
Tra i beni del Comune ci sono anche le scuole e tra queste la più “pregiata” resta la struttura in cui ha sede il liceo Orazio Flacco che vale oltre 10 milioni di euro; sei milioni di euro per la storica Carlo del Prete, la scuola per la quale i genitori e gli insegnanti hanno portato avanti un vero e proprio movimento per salvarla dalla chiusura; sei milioni di euro anche per la Garibaldi che domina in piazza Risorgimento; oltre 7 milioni per la sede del Santarella in via Divisione Acqui; oltre otto milioni per lo storico Balilla di piazza Madonnella.

In elenco ci sono poi circa sessanta “opere edilizie abusive” realizzate da privati su alloggi popolari (ad esempio): qui il valore è pari a zero. Da segnalare anche la presenza di alloggi di proprietà del Comune in altre città della provincia come Acquaviva, Casamassima, Paolo del Colle, Mola, Capurso, Noicattaro, Bitonto, Conversano, Putignano. 

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I beni che possono essere venduti


Come detto alcuni dei 4.786 beni sono “disponibili”, ossia possono essere anche venduti dal Comune. Già a fine 2021 l’amministrazione predispose una prima asta pubblica con 18 immobili di cui si voleva liberare. L’asta è però andata quasi del tutto deserta: arrivò solo una offerta riguardante l’ex impianto di sollevamento fogna sul lungomare Vittorio Veneto (con una base di asta da 93mila euro). Per tutti gli altri beni nessuno si è presentato entro il termine che era stato fissato e l’intenzione del Comune è ora di rimetterli in vendita ad un prezzo minore. Pare infatti che una delle motivazioni per le quali non si sarebbero fatti avanti neanche gli attuali residenti in affitto di alcuni dei 17 immobili messi all’asta, fosse proprio il prezzo elevato. Entro giugno sarà indetta una nuova asta inserendo anche ulteriori beni. Il ricavato sarà utilizzato per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria degli alloggi popolari di proprietà comunale. 

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