Chiude anche il cinema Esedra: Madonnella senza sale. «Solo 3 spettatori a sera»

Il cinema Esedra di Bari chiude battenti
Il cinema Esedra di Bari chiude battenti
di Luigi LUPO
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Domenica 29 Ottobre 2023, 20:49 - Ultimo aggiornamento: 31 Ottobre, 11:12


Lo storico cinema Esedra di Bari sospende le proiezioni per scarsità di pubblico, il multisala Showville va sul mercato. Solo l’anno scorso chiudeva l’Abc dopo due anni dalla riapertura. E l’elenco di sale cinematografiche storiche che a Bari hanno chiuso i battenti potrebbe continuare.


I baresi vanno poco al cinema

E così i proprietari delle strutture optano per usi commerciali più remunerativi.

Un fenomeno non solo barese. La crisi delle sale investe l’intero settore italiano che, nel 2022, ha detto addio a 500 sale. Pesa l’impatto della pandemia con le sale chiuse per le restrizioni anti contagio e il boom delle piattaforme di streaming. Il numero di spettatori, nel 2022, secondo i dati pubblicati da Anica (la principale associazione del settore), era calato del 50% rispetto al periodo pre-Covid. Eppure l’estate del 2023, tra il boom al botteghino di “Barbie” e “Oppenheimer”, ha registrato un confortante ritorno del pubblico davanti al grande schermo. Insomma, la qualità e l’appeal delle pellicole hanno un impatto significativo sulle presenze.

Il presidente Agis


«Il fenomeno “Barbenheimer” – spiega Giulio Dilonardo, presidente di Agis Puglia e Basilicata, l’associazione che riunisce gli operatori del cinema e dello spettacolo- ha permesso di superare l’ostacolo del Covid. La gente è andata oltre il periodo della pandemia, è tornata in sala perché i film lo meritavano. È un problema di prodotto. L’estate ci ha dimostrato che la questione della sala, come luogo di aggregazione, non esiste».


Per Agis Puglia, quindi, il calo di presenze, e le conseguenti chiusure di sale, è spiegabile con il parallelo «declino della qualità dei prodotti cinematografici». Giulio scatta, tramite i dati, una fotografia del settore: «Se guardiamo ai dati della Puglia, registriamo un calo di pubblico maggiore che supera il -35% rispetto al 2019 del panorama nazionale. Questo perché ci sono meno multisala». A Bari lo Showville, che può contare ben otto sale e 1800 posti, è stato messo in vendita. La cordata di imprenditori ha annunciato di aver messo sul mercato il complesso per 12 milioni di euro. «È una scelta degli imprenditori che sicuramente non hanno più la redditività che richiedeva l’investimento. Per me è una manovra imprenditoriale che nulla ha a che vedere con la crisi del cinema».

L’Esedra, invece, cinema d’essai con sede nei locali della chiesa di San Giuseppe, nel quartiere Madonnella, conta 300 posti. Ma la realtà vede presenze scarsissime: «Abbiamo solo sospeso le attività di proiezione di film perché in media, ogni giorno, avevamo 3 o 4 posti occupati su 300», spiega il parroco don Tino Lucariello. Che, ora, per l’Esedra pensa a un programma di eventi culturali e non di proiezioni di film. Il quartiere, nel corso degli anni, ha perso riferimenti per i cinefili come il Kursaal Santa Lucia e il Nuovo Palazzo. «Di fatto – continua Dilonardo - è stato aperto in maniera saltuaria. Non è stato gestito come una sala ma grazie all’ausilio dei volontari. Anche qui è una scelta rispetto ai costi. Sono pervenute proposte da parte di imprese per la gestione». Segno che un interesse verso la struttura, e l’investimento cinematografico, c’è. «Gli imprenditori legati al grande schermo non mancano ma c’è bisogno di un cambiamento di normative sul piano nazionale», aggiunge Dilonardo.

Che prosegue: «Bene fa il ministro alla Cultura, Gennaro Sangiuliano, a pensare a una riorganizzazione del settore. Perché il Covid ha fatto emergere alcune disfunzioni del mercato produttivo. Sono usciti tanti film: i produttori hanno pensato più al ritorno economico, al business plan, piuttosto che a intercettare i gusti del pubblico». Molta comunicazione, tanto hype, poca qualità. E poi emerge un tema culturale: «Molta gente fa confusione tra il prodotto che va nelle sale e le pellicole che escono in streaming. Bene, quindi, che si intervenga sulle finestre di distribuzione». Insomma, la gente, e i baresi, guardano i film. Ma per portarli al cinema «servono produzioni attrattive». Che possano ridare slancio vitale ed economico all’Esedra. E alle altre sale dove lo schermo resta ancora spento.

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