«Nonostante il tessuto economico amministrativo appaia integro, al di sotto si nascondono attività illecite, dovute all’espansione di metodi di azione sempre più sofisticati e meno appariscenti. Da cui derivano guadagni e vantaggi ingiusti, sprechi e improduttività a carico del pubblico erario». Lo afferma il procuratore generale della Corte dei conti di Bari, Carmela de Gennaro nella relazione che inaugura il nuovo anno giudiziario.
Nel 2023 il lavoro della Procura ha portato a condanne divenute definitive già in primo grado, pari a circa 2,1 milioni di euro, mentre le condanne definitive ammontano complessivamente a oltre 3 milioni. Come negli scorsi anni diversi giudizi hanno riguardato soggetti privati percettori di contributi e finanziamenti pubblici (45 convenuti) nei vari settori in cui si esplicano le politiche economiche del Paese che spaziano dall’agricoltura allo sviluppo dell’imprenditoria e dell’autoimpiego. «Merita una particolare menzione - scrive il presidente della sezione giurisdizionale, Pasquale Dadabbo - vista la novità della questione, la decisione riguardante l’improprio utilizzo del bonus cultura assegnato ai giovani diciottenni. Con tale decisione è stato riconosciuto il rapporto di servizio tra la pubblica amministrazione ed il titolare di un esercizio commerciale, che nella aveva accettato in pagamento tale buono per la vendita di beni non rientranti tra quelli indicati dalla normativa di settore.
È centrale, nel lavoro investigativo, l’ambito dell’utilizzo improprio di fondi pubblici: il focus - rileva la procuratrice - si concentra “sulla percezione di contributi pubblici, tanto di provenienza nazionale quanto di derivazione europea, occupandosi sia di ipotesi di rilevanza penale sia di casi in cui il finanziamento non viene debitamente utilizzato ovvero viene distratto dalle finalità cui era destinato”.
Il presidente Emiliano
«Oggi abbiamo raccolto il grido di dolore dei magistrati contabili di fronte alle decisioni del governo che hanno impedito sostanzialmente, per due anni, prorogati per un altro anno ancora, di effettuare controlli salvo ipotesi di dolo, cioè per chi ha commesso atti penali.