Mahmoud Abdalla ucciso a coltellate perché voleva andarsene dalla barberia dove lavorava, le ossa spezzate perché il suo cadavere stesse dentro una valigia, il suo corpo mutilato forse per ritardarne il riconoscimento. Il ragazzo, 19 anni, egiziano è stato letteralmente massacrato dal suo datore di lavoro e dal suo socio con i quali saltuariamente divideva la casa e il suo tempo. I due, Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel detto Bob e Mohamed Ali Abdelghani detto Tito, dopo un lunghissimo interrogatorio reso alla pm Daniela Pischetola sono adesso indagati per omicidio aggravato in concorso e distruzione di cadavere.
Mahmoud, crudeltà incredibile
Nelle 13 pagine di motivazioni al fermo, l'importante e sofisticata attività di indagine coordinata dal pm Pischetola eseguita dai carabinieri del Nucleo Investigativo e dalla Compagnia di Chiavari, c'è la narrazione dei fatti dalla quale traspare una crudeltà incredibile. Mahmoud lavorava nella barberia che Tito gestiva assieme a Bob. Ma un giorno ha detto che se ne voleva andare a lavorare da un'altra parte. Non solo l'ha detto, ma i giorni di prova nell'altro negozio sono stati immortalati sui social. Tito e Bob non volevano perdere il ragazzo e la clientela che a lui faceva riferimento. È Bob che racconta come Tito avesse minacciato il titolare della barberia dove Mahmoud voleva andare, sempre Bob a raccontare come Tito avesse ucciso Mahmoud e l'avesse poi minacciato di starsene zitto, se la sua famiglia ancora in Egitto voleva continuare a vivere. La lite si è verificata in casa, a Sestri Ponente. Il ragazzo è stato ucciso a coltellate, una delle quali gli ha spaccato il cuore. Poi, secondo quanto emerge dalle indagini, hanno messo il cadavere in una valigia e dopo averlo trasportato da Genova a Chiavari in taxi l'hanno smembrato in spiaggia, poco lontano dalla foce dell'Entella, tagliando prima la testa e poi le mani.
Andrea Purgatori, i legali della famiglia: «Esami autoptici confermano le ischemie cerebrali» https://t.co/hzJq4nddyD
— Il Messaggero (@ilmessaggeroit) July 31, 2023
Mahmoud, i resti gettati in mare
Subito dopo hanno gettato i resti in mare. È stato lo stesso tassista a confermare di aver iniziato la propria corsa a Genova, in zona Sestri Ponente e che erano saliti a bordo due ragazzi con due valige di cui una di grosse dimensioni particolarmente pesante.
Andrea Purgatori, i legali della famiglia: «Esami autoptici confermano le ischemie cerebrali»
Mahmoud, le accuse (reciproche) degli assassini
Ma gliel'ha detto un'ora prima che venisse recuperata la prima mano mozzata sulla spiaggia, a un centinaio di metri dalla foce dell'Entella dove lunedì pomeriggio è stata trovata la mano mozzata. Ammettono, gli indagati, l'omicidio. O meglio: Bob ammette l'omicidio dicendo che è stato Tito a uccidere Mahmoud e che l'ha aiutato perché aveva paura. Ma non a squartare il cadavere, cosa che ha fatto - dice Bob - soltanto Tito. Tito dal canto suo prova a raccontare che Mahmoud ha litigato con Bob e che lui ha cercato di disarmarlo. È stato così che il ragazzo è caduto sul coltello ferendosi mortalmente. E Bob l'ha finito. Poi una volta a Chiavari l'ha squartato. Una versione che per gli investigatori e gli inquirenti è poco credibile. Mahmoud Abdalla era venuto dal mare a fine estate 2022, minore non accompagnato, con il suo bagaglio di speranza. Voleva fare il parrucchiere. E al mare è tornato, straziato e solo, ancora una volta. Il suo corpo giace in una morgue in attesa di essere ricomposto pima che qualcuno, chiunque esso sia, gli dica addio.