Gino Mader morto, chi era. Quando diceva: «In bici mi sento libero, non voglio perdere questo sentimento»

Il ciclista era nato in Svizzera il 4 gennaio 1997

Gino Mader morto, chi era. Quando diceva: «In bici mi sento libero, non voglio perdere questo sentimento»
Gino Mader morto, chi era. Quando diceva: «In bici mi sento libero, ​non voglio perdere questo sentimento»
di Sergio Arcobelli
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Venerdì 16 Giugno 2023, 13:54 - Ultimo aggiornamento: 14:48

Gino Mader era nato a Flawil, in Svizzera, nel Cantone di San Gallo (a est di Zurigo) il 4 gennaio 1997. Si chiamava Gino, ma non in riferimento a Bartali. Ciclista su strada e pistard, era diventato professionista nel 2019 e stava correndo per il team Bahrain Victorious. Alto 1.81 metri per 61 kg, già nelle categorie giovanili aveva dimostrato di essere un grande talento. Infatti, aveva ottenuto due medaglie d'argento rispettivamente agli Europei su pista (2014) e ai Mondiali su pista juniores (2015). Una volta passato ai professionisti, con la sudafricana Dimension Data (poi Ntt), il ragazzo sangallese era riuscito a conquistare ben otto vittorie su strada, le ultime risalgono al 2021: sesta tappa al Giro d’Italia e l’ottava tappa al Giro di Svizzera. Proprio la corsa in cui ha perso tragicamente la vita.

 

“Sei stato un amico, un compagno di squadra e un motivatore mentre ero in difficoltà. Da oggi abbiamo un angelo in più. RIP GINO”, ha postato Sonny Colbrelli, che lo conosceva molto bene alla Bahrain Victorious, il team di Damiano Caruso. Alla Corsa Rosa, Gino Mäder era stato il più forte sulla salita di Ascoli-San Giacomo nella sesta tappa del Giro 2021, quella disputata fra Grotte di Frasassi e Ascoli Piceno.

A 24 anni veniva considerato il miglior talento del Paese. Tanto che Fabian Cancellara aveva puntato molto su di lui sin dalle categorie giovanili. Tra le frasi che si ricordano, c’è questa: «La bicicletta deve essere il biglietto per una vita migliore. Quando vado in bici io mi sento libero, e non voglio perdere questo sentimento. Correre è divertirmi, anche adesso. In Svizzera abbiamo un'ottima formazione: mountain bike, ciclocross, pista, strada, ho fatto tutto. Daniel Gisiger, il nostro tecnico della Nazionale (ottimo cronoman e pistard ai tempi di Moser, ndr), ci ha spinto a provare ogni specialità».

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Di lui si ricorda anche un gesto di stizza alla Parigi-Nizza 2021. Stava vincendo la tappa di La Colmaine, quando Primoz Roglic, in maglia gialla, lo superò a 20 metri dalla fine. Non solo ciclismo su strada, anche pista. Gino si cimentava nell’Omnium e faceva parte del quartetto svizzero che più volte ha sfidato Ganna e compagni nell’inseguimento.

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