Smart working statali, stretta sui fragili: negata la proroga fino a giugno. Cosa dice il Milleproroghe

di Giusy Franzese
Giovedì 15 Febbraio 2024, 07:13 - Ultimo aggiornamento: 07:14 | 1 Minuto di Lettura

I LIMITI AL LAVORO AGILE

A chiedere la proroga dello smart working soprattutto il M5s, i cui emendamenti - tutti bocciati - prevedevano sia la proroga fino al 30 giugno per i lavoratori fragili della pubblica amministrazione (costo 3,3 milioni di euro), sia la trasformazione in norma “strutturale” del lavoro agile per tutti i lavoratori (pubblici e privati) con l’equiparazione al ricovero ospedaliero per i “fragili” che fanno un lavoro non compatibile con la prestazione da remoto. Come detto, per i fragili della Pa lo smart working è finito il 31 dicembre scorso. Ma non del tutto. Come ha ricordato durante il question time alla Camera il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, a fine dicembre è stata emanata una direttiva per cui i vari dipartimenti possono comunque «utilizzare il lavoro agile orientandolo alla salvaguardia dei soggetti più esposti a rischi per la salute».

La direttiva però, pur in presenza di specifici requisiti, lascia al dirigente la facoltà di decidere se concedere o meno la possibilità di lavorare da remoto in base anche alle esigenze organizzative. Secondo l’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, nel 2023 sono stati circa 515.000 i dipendenti pubblici (il 16% del totale) che hanno lavorato da remoto.

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