Covid, rischio quarta ondata a marzo. I medici liguri: «Un 2021 tutto con la mascherina»

Covid, rischio quarta ondata a marzo. I medici liguri: «Un 2021 tutto con la mascherina»
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Giovedì 10 Dicembre 2020, 12:01 - Ultimo aggiornamento: 12:48

«Sappiamo purtroppo che a gennaio ci sarà sicuramente una terza ondata covid, è probabile che sia peggiore della seconda perché non ci arriveremo con gli ospedali 'scarichi' e sarà concomitante con l'influenza. In più è verosimile che ci sarà una quarta ondata a marzo». Lo ha detto il presidente regionale dell'Ordine dei Medici della Liguria Alessandro Bonsignore stamani in una diretta video via fb invitando i liguri a rispettare le regole del «distanziamento, mascherina e lavaggio delle mani» durante le festività natalizie nonostante la Liguria sia scesa in fascia 'gialla'.

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Secondo Bonsignore dovremo abituarci «a un 2021 tutto con la mascherina perché per arrivare all'immunità di gregge con l'80% della popolazione vaccinata ci vorrà tutto il prossimo anno». «Il trend della pandemia covid è esattamente sovrapponibile a quello della spagnola, quindi noi sappiamo a cosa stiamo andando incontro - ha detto - Solo con il vaccino si invertirà la rotta e si spezzerà questo trend. Non arriveremo alla terza ondata con una riduzione dei contagi come avvenuto tra la prima e la seconda perché siamo in un periodo invernale e le aperture in corso fanno sì che non si arriverà a una riduzione importante dei contagi».

LA TEMPESTA PERFETTA DELLA TTERZA ONDATA «L'impossibilità di riprendere il tracciamento con oltre 737 mila casi attualmente positivi, i lunghi mesi invernali, l'imprevedibile impatto dell'influenza stagionale, l'imminente passaggio al giallo dell'intero Paese e il legittimo entusiasmo per il vaccino in arrivo» sono gli elementi del micidiale 'cocktail' che «può innescare la terza ondata».

A mettere in guardia è la Fondazione Gimbe, nel monitoraggio settimanale indipendente sull'epidemia di Covid-19. Attenzione alla tempesta perfetta.

«Siamo in una fase estremamente delicata dell'epidemia - spiega Renata Gili, responsabile Ricerca sui servizi sanitari della Fondazione Gimbe - per almeno tre ragioni: innanzitutto con oltre 700 mila attualmente positivi è impossibile riprendere il tracciamento dei contatti; in secondo luogo, ci attendono lunghi mesi invernali che favoriscono la diffusione di tutti i virus respiratori; infine, sino a metà gennaio non sapremo se l'impatto dell'influenza sarà, come auspicato, più contenuto rispetto alle stagioni precedenti. In tal senso, arrivare a quel momento con gli ospedali saturi potrebbe avere conseguenze disastrose - sottolinea - per la salute e la vita delle persone». «Altri due elementi - rimarca Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - completano la tempesta perfetta che rischia di innescare la terza ondata. Alla vigilia delle festività natalizie, tutte le Regioni si avviano a diventare gialle, un colore che non deve essere letto come un via libera - avverte - ma impone il rispetto di regole severe per impedire assembramenti e ridurre al minimo i contatti sociali tra persone non conviventi. Infine, l'auspicato e (speriamo) imminente arrivo del vaccino non deve costituire un alibi per abbassare la guardia: nella più ottimistica delle previsioni, infatti, un'adeguata protezione a livello di popolazione potrà essere raggiunta solo nell'autunno 2021 con una massiccia adesione delle persone alla campagna di vaccinazione».

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