Social freezing, la scelta di Laura: «A 36 anni ho congelato gli ovuli, sarò mamma quando lo deciderò»

Laura Comolli ha raccontato il suo percorso sui social dove ha oltre 400mila follower

Social freezing, la scelta di Laura: «A 36 anni ho congelato gli ovuli, sarò mamma quando lo deciderò»
Social freezing, la scelta di Laura: «A 36 anni ho congelato gli ovuli, sarò mamma quando lo deciderò»
di Elena Giovannini
5 Minuti di Lettura
Giovedì 11 Aprile 2024, 22:31

«Oggi non voglio un figlio, ma in futuro mi piacerebbe formare una famiglia». A parlare è Laura Comolli, influencer torinese e la sua situazione è simile a quella di molte altre donne che sentono il ticchettio dell'orologio biologico ma vorrebbero avere la libertà di decidere quando è il momento giusto per avere un figlio. È per questo che Laura ha scelto di ricorrere al "social freezing" (congelamento degli ovuli) e di raccontare questo percorso sulla sua pagina Instagram dove conta oltre 400mila follower.  

Un racconto sincero ed emotivo che è diventato virale sul web sfidando il tabù della fertilità femminile, un tema di cui si parla ancora pochissimo: «Spero che la mia esperienza possa essere di aiuto a tante ragazze come me. Non si parla mai di questa possibilità, io l'ho scoperta tardi e ho avuto difficoltà a reperire informazioni online» spiega. 

Perché ha scelto di congelare gli ovuli

Il motivo per cui Laura ha scelto di ricorrere a questa procedura medica è proprio la prevenzione di eventuali complicanze che potrebbero sorgere con una gravidanza oltre i 35 anni. «Ho 36 anni, mi sento giovane e spero di avere un figlio in maniera naturale. Ma nella vita non sai mai cosa può succedere: se quando mi sentirò pronta dovessi avere dei problemi, con il social freezing ho delle chanche in più di diventare mamma» racconta.

Tante donne infatti a causa di una malattia improvvisa o di una menopausa precoce hanno visto sfumare la possibilità di diventare mamma anche prima dei 40. 

«Ora sono libera di decidere quando diventare mamma»

Laura ha raccontato tutte le fasi della sua terapia per congelare gli ovuli, che consiste in una serie di iniezioni per stimolare la produzione di ovociti e un intervento di pickup. Il primo "ciclo" di stimolazione, iniziato a gennaio non è andato a buon fine. «Il mio corpo non ha reagito alla terapia, ho avuto diversi effetti collaterali, è stato un momento difficile» racconta. Come ne è uscita? Con il supporto del suo compagno e della sua famiglia e tirando fuori il suo coraggio: «Sono partita per un viaggio, mi sono presa una pausa. Ho aspettato un mese e ho riprovato: la nuova terapia ha funzionato e sono riuscita a fare l'intervento di pickup». All'uscita della sala operatoria, il traguardo: «Mi sentivo libera, ora potrò decidere con più serenità il momento giusto per essere mamma». 

L'odio sui social: «A 36 anni dovresti essere nonna»

Sotto i video in cui racconta la sua esperienza ci sono migliaia di commenti: «Tante donne mi hanno scritto e sostenuto. C'è stata una risposta che non mi aspettavo, è un tema sentito».

Non sono mancati però i commenti misogeni: «A 36 anni dovresti pensare a essere nonna e non una futura mamma» e ancora: «Andrai a prenderli all'asilo e ti scambieranno per nonna» «Non vuoi fare i figli perché pensi a divertirti e fare i viaggi». Giudizi che provocano rabbia: «In realtà io avrei voluto diventare mamma prima, ma la vita non va sempre come la programmiamo» dice Laura, confessando che a 30 anni aveva pensato di costruire una famiglia con il ragazzo con cui stava sin dal liceo. Poi tutto è finito all'improvviso: «Le mie amiche si sposavano, io mi sono trovata single a 30 anni e ho dovuto ripensare la mia vita. E anche se avessi voluto viaggiare e fare i figli più tardi, che male c'è?».

Oggi Laura è un'imprenditrice nel marketing digitale, il suo compagno è 9 anni più giovane di lei: «Stiamo insieme da un anno e mezzo, è ancora presto per pensare a una famiglia». 

Uno strumento per liberare le donne 

Quella di Laura è stata una scelta dettata dalla volontà di prevenire eventuali problemi futuri. Ma l'orologio biologico ha un suono diverso per ogni singola donna: c'è chi non ha trovato il partner giusto, chi ha la priorità di realizzarsi a livello lavorativo dopo anni di sacrifici. Le mille storie personali faticano a entrare nei tempi stretti imposti della biologia e dalla società.

«Credo che per tante il social freezing possa essere uno strumento di libertà, un modo per colmare il gap lavorativo con gli uomini. Per molti il ruolo principale di una donna è ancora quello di diventare madre» dice Laura «Ma oggi le donne studiano, lavorano e vogliono realizzarsi al pari degli uomini. Tante vogliono anche diventare mamme, ma nei tempi giusti per loro. Sono sicura che una donna realizzata e libera sia un presupposto fondamentale per la serenità di un figlio e della famiglia». 

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