Sotto scorta per raggiungere la discarica. Gli autisti dei tir dell’Ama hanno bisogno di un accompagnamento speciale, della Polizia, per riuscire a fare il proprio dovere: portare via i mucchi di spazzatura raccolti nella Capitale e scaricarli nell’invaso di Albano riaperto a inizio agosto, con un’ordinanza provinciale, dalla sindaca Virginia Raggi. «Il piano è stato definito con la Questura - racconta Stefano Zaghis, amministratore unico della partecipata dalla fine del 2019 - La Polizia accosta i nostri mezzi a metà strada, sull’Ardeatina, e poi li scorta fino all’ingresso dell’impianto». Non basta più il mini-presidio delle forze dell’ordine davanti ai cancelli, dove ogni giorno si radunano gruppi di cittadini del piccolo centro dell’hinterland, infuriati per la riapertura di una struttura smobilitata cinque anni fa e indicata a luglio dal Campidoglio come l’unico, precarissimo ma indispensabile, sbocco per l’immondizia romana. Almeno fino a quando non verrà realizzata nel Lazio una nuova discarica di sana pianta - non si sa nemmeno dove, per ora.
Atac e Ama, freno ai no-vax: «Green pass nelle mense»
Autisti minacciati, camion Ama sotto scorta
«La scorta della Polizia - riprende il capo dell’Ama, Zaghis - serve a garantire la sicurezza di tutti, dei nostri autisti ma anche di chi protesta».
Roma, tende, cartoni e materassi, a Termini tornano le favelas: «Ogni sera risse e paura»
Le previsioni
Anche al quartier generale dell’Ama, in via Calderon de’ la Barca, sono preoccupati. Con la città svuotata di romani e i pochi turisti in circolazione, la produzione dei rifiuti è crollata. Ma la cronica mancanza di impianti rischia di far detonare, di nuovo, l’emergenza a ridosso della riapertura delle scuole, il 13 settembre. Alcune regioni che avrebbero dovuto aiutare la Capitale (con tariffe d’oro) accettano i carichi da Roma a singhiozzo. Briciole. O non li accettano proprio. «La Toscana - continua l’amministratore unico di Ama - accoglie solo il 25% delle tonnellate pattuite; la Campania nulla. Ci hanno detto informalmente che le cose non cambieranno fino al 15 settembre. In totale, mancano 900 tonnellate a settimana».
Ama non sta con le mani in mano. Ma le alternative scarseggiano. È in piedi una trattativa con le discariche olandesi, ma serve tempo: l’appalto non sarà assegnato prima di novembre. E a inizio settembre dovrebbe chiudere l’unica discarica attiva nel Lazio, oltre a Viterbo e ad Albano: Civitavecchia. «Così - conclude Zaghis - le cose rischiano solo di peggiorare».
«Dare più poteri a Roma»: parte l’iter della legge che Conte ha dimenticato