Turismo, a luglio conferme a rilento: «Molti preferiscono andare all'estero»

Turismo, a luglio conferme a rilento: «Molti preferiscono andare all'estero»
di Rita DE BERNART
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Domenica 16 Luglio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Luglio, 12:05

«Non è una stagione esplosiva». Luglio, al giro di boa, registra una leggera flessione; le prenotazioni arrivano con meno anticipo, le conferme giungono a rilento, e si fa più fatica a vendere i posti letto. Anche le aziende solide, che investono in promozione e marketing, devono lavorare il doppio per mantenere alto il livello di occupazione. La Puglia resta, sì, ai primi posti delle mete preferite ma c’è un calo nelle conferme di prenotazioni, nell’ordine del 5-10%, che interessa in particolare le località balneari del Salento e, più in generale, il target medio-basso.

Gli operatori


Il fenomeno però - sottolineano gli operatori - non va generalizzato: tra le località pugliesi, nella classifica di gradimento e, quindi, delle presenze turistiche, c’è chi scende e chi sale registrando anche un incremento del 20%. Inoltre continua a crescere l’interesse da parte degli stranieri che arriveranno nella regione anche il prossimo mese, contrariamente alle loro abitudini di viaggio, prenotando in strutture di livello medio-alto. 
Agosto, come sempre, farà il pienone innalzando la media stagionale ma c’è una oggettiva inversione di tendenza. Le variabili di questa equazione, i cui conti per ora non tornano, sono molteplici: su tutte il ritrovato desiderio da parte degli italiani di viaggiare all’estero. Incidono anche la ridotta capacità di spesa di molti connazionali e una maggiore attenzione ai costi e al rapporto qualità-servizi-prezzo, che per alcune destinazioni è diventato del tutto sbilanciato a sfavore dei turisti con prezzi quasi proibitivi e un’offerta poco competitiva. 
Incide negativamente, inoltre, un’offerta dell’extra alberghiero cresciuta in maniera esponenziale. «Indubbiamente – commenta Giancarlo De Venuto, presidente Asshotel Puglia - è un fenomeno che non va generalizzato. C’è un calo per alcune località leccesi. Lecce e le marine baresi, al contrario, crescono. Sono due le tendenze: le strutture medio-alte hanno meno problemi mentre quelle di medio-basso target faticano perché i connazionali in parte viaggiano meno per la ridotta capacità di spesa. In questo momento ha più appeal il prodotto di lusso, rivolto essenzialmente agli stranieri. Poi c’è un fenomeno di deregulation che influisce molto. Diciamo che in questo momento il paradigma spiaggia-italiani non sta funzionando; questo prodotto che era esploso con il Covid e immediato post Covid, grazie anche al bonus vacanza, non va più. Lecce città, ad esempio, ha fino ad un 20% in più. Proprio per questo dovremmo sempre più orientarci verso un’offerta di qualità; a partire anche e soprattutto dalla sicurezza che non vuol dire solo stretta sulla movida. Bisogna dare una percezione generale: utilizzare tutti i dispositivi di sicurezza elettronica per presidiare il territorio: dovremmo arrivare a creare quasi un marchio di destinazione turistica sicura». Il bilancio alla fine sarà, tutto sommato, positivo ma è necessario puntare i riflettori sul nodo prezzi-servizi. «Il fatto che ci sia un leggero calo a luglio - spiega Giovanni Serafino di Confindustria turismo Lecce – può essere anche fisiologico dopo l’euforia di giugno e considerato che gran parte dei connazionali ancora lavorano. È vero però che i pugliesi e gli italiani in genere si pongono oggi più domande: molti stanno scoprendo altre destinazioni come la Grecia o il Montenegro dove con costi più contenuti hanno servizi migliori o che qui non trovano. C’è un aspetto molto positivo, però: gli stranieri stanno prenotando, al contrario, anche per luglio e addirittura agosto, avremo tanti americani.

Sarà comunque una buona estate ma è chiaro che il mercato estero frequenta una tipologia di struttura differente dall’italiano medio». 

Il bilancio


In Valle d’Itria infatti non si riscontrano particolari problemi. «In questo momento – commenta Pierangelo Argentieri di Federalberghi Brindisi - conta la capacità dei singoli operatori di sapersi vendere; chi ha una buona struttura di promozione e marketing ha meno problemi ma è oggettivo che si fatichi di più a riempire le camere. Alcuni territori erano stati agevolati dal Covid e dalla voglia di vacanza all’aria aperta. Ora serve fare un passo avanti. Il turismo è diventato un lusso non c’è più il boom; sarà tuttavia una buona stagione ma dobbiamo tornare ad essere competitivi sul rapporto qualità dei servizi e prezzi che, in alcuni territori, sono spiccati in ragione di una domanda smisurata ma senza adeguare il livello. E a questo si aggiunge una quantità di strutture extra alberghiere ed una concorrenza sleale spropositate ed è sufficiente incrociare i dati per evidenziarlo».

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