Elezioni2018, caos seggi tra code e schede sbagliate: «Voto da annullare»

Elezioni2018, caos seggi tra code e schede sbagliate: «Voto da annullare»
di Mauro Evangelisti
3 Minuti di Lettura
Lunedì 5 Marzo 2018, 07:26
Schede con i nomi sbagliati a Roma e Palermo, aperture dei seggi in ritardo, attese di oltre un'ora per votare. Non sono mancate polemiche e disagi nella giornata elettorale, fino alla denuncia di Luca Pancalli, già presidente del Comitato paralimpico, che ha raccontato che a causa delle barriere architettoniche i disabili non potevano entrare in un seggio dei Parioli. In Sicilia l'ex magistrato Ingroia invece ha chiesto l'annullamento del voto perché in alcune schede mancava il simbolo del suo partito.

DISAGI
San Giovanni, Prati, Testaccio, La Storta: nei diversi quartieri della Capitale, in centro come in periferia, sono state segnalate code di oltre un'ora per votare. A Milano lunghissime file indiane si sono sviluppate nei corridoi delle scuole in cui si votava. E poi Napoli, Palermo, Bologna, ovunque immagini di elettori in coda. Primo imputato per la lentezza del voto: il nuovo sistema del bollino antifrode nelle schede per Camera e Senato. Il Viminale, nel corso della giornata, per velocizzare il voto, ha comunicato che la rimozione poteva essere fatta non solo dal presidente di seggio, ma anche dai suoi vice. Le file non sono sparite, condite da due tipologie di lamentele. Questa volta la scheda per Camera e Senato, proprio per la verifica del bollino, non andava inserita nelle urne dall'elettore, ma consegnata agli scrutatori: in molti, soprattutto anziani, non si fidavano e hanno protestato. Ancora: le file erano divise tra donne e uomini, cosa che quasi sempre favoriva questi ultimi suscitando le proteste delle elettrici. Nel tardo pomeriggio, tanto il Comune di Roma quanto quello di Milano, hanno invitato gli elettori ad andare per tempo ai seggi. Matteo Salvini, leader della Lega, mentre era in coda a Milano ha sbottato: «Qualcuno al Ministero dell'interno ha fatto un casino». Più paziente Romano Prodi, in fila al Liceo Galvani di Bologna: «Forse è maggiore l'affluenza, oppure serve più tempo per votare a causa della nuova procedura».

RISTAMPA
Ma i disagi del voto di ieri non sono stati determinati solo dall'alta affluenza e dal bollino. In un seggio dei Parioli, nella Capitale, si è iniziato a votare con schede che riportavano i nomi dei candidati sbagliati. Un elettore se ne è accorto, ma ormai in 36 avevano già consegnato la scheda. Il presidente del seggio ha fatto uscire tutti e svuotato le urne. Sono stati cercati gli elettori che avevano loro malgrado utilizzato schede sbagliate, invitandoli a tornare. Alla fine però sono state considerate valide le prime 36 lasciate. Sempre a Roma diversi seggi hanno aperto in ritardo perché mancavano verbali o schede. È successo in un seggio del quartiere Flaminio, dove il primo elettore ha potuto votare solo un'ora e mezza dopo l'orario ufficiale di apertura dei seggi, e alla Montagnola, dove il presidente del seggio prima ha allertato l'ufficio elettorale perché non erano state inviate sufficienti schede, poi ha chiamato i carabinieri.

Caso ancora più clamoroso a Trigoria: un romano, docente universitario a Oxford, è tornato per votare alle regionali (per le politiche ha potuto farlo come tutti i residenti all'estero per posta), ma al seggio ha scoperto che un altro aveva votato al posto suo. Ha presentato denuncia. Apertura dei seggi in ritardo anche a Palermo, dove erano state stampate delle schede sbagliate per 200 sezioni. Quelle corrette sono state prodotte nella notte, ma non sono arrivate in tempo. Schede sbagliate anche in provincia di Alessandria. L'ex magistrato Antonio Ingroia e il giornalista Giulietto Chiesa hanno annunciato che chiederanno l'annullamento del voto: «Molti elettori che avrebbero voluto votare per la Lista del Popolo per la Costituzione non hanno potuto farlo perché non hanno trovato il simbolo della lista sulla scheda elettorale».
© RIPRODUZIONE RISERVATA