VENEZIA - «Mettere in contatto i medici fra loro. Quelli che prescrivono le prestazioni e quelli che le erogano. Per migliorare l'appropriatezza delle cure, eliminando tante prestazioni inutili, è questa la cosa più importante da fare».
Marta Soave, a capo di liste d'attesa e specialistica dell'Ulss 3, ci lavora ormai da un paio d'anni. È lei la responsabile di questo fronte aperto dall'azienda sanitaria per eliminare sprechi e recuperare risorse. «Le prestazioni inappropriate non portano guadagno di salute - tiene a precisare - complicano la vita prima di tutto al paziente, oltre a sovraccaricare il sistema, togliere risorse, generare liste d'attesa».
Un lavoro, quello di Soave e del suo staff, partito dall'analisi della situazione. «Abbiamo fatto uno studio sulle prescrizioni post erogazione. Ed è così che abbiamo notato un disallineamento tra territori - spiega - Ora stiamo cercando di allineare i prescrittori sulle stesse pratiche più corrette. Fondamentale è favorire il contatto tra i medici per un confronto sui casi clinici».
GLI ESEMPI
In questo modo è stato affrontato il caso della colonscopia. Esame non certo piacevole, eppure eseguito con troppa frequenza. «Sono stati i medici erogatori che da un'analisi degli esami fatti ci hanno segnalato un 26% di prestazioni inappropriate sul campione» precisa Soave. Da qui ha preso le mosse un lavoro di formazione per tutti i prescrittori. Pratiche da condividere, come quelle per la prevenzione del tumore al colon retto: con l'esame per la ricerca del sangue occulto nelle feci, screening gratuito per gli over 50.
«Solo per chi ha familiarità importanti l'indicazione è poi l'esame genetico che può suggerire uno stretto monitoraggio colonscopico». Altra indicazione, quella sui tempi di controllo colonscopico per i polipi, che variano per tipologia: non necessariamente ogni anno, ma anche ogni tre o cinque. Così c'è stata una flessione delle prescRizioni di questo esame, ma soprattutto, dando una diversa tempistica ai controlli, si è quasi azzerato il galleggiamento. Ed è aumentata anche l'adesione allo screening, salita al 55 %.
L'altro fronte indagato in questa fase è stato quello della diagnostica per immagini. «Abbiamo assistito nel 2023 ad un aumento del prescritto rispetto al 2019.