Liste d'attesa, il lungo calvario: 126 giorni per una colonscopia. Tutti i dati per provincia

Un ecografo
Un ecografo
di Maria Chiara CRISCUOLO
6 Minuti di Lettura
Martedì 21 Febbraio 2023, 21:13 - Ultimo aggiornamento: 21:38

Il Sistema sanitario nazionale deve garantire una prestazione in 72 ore se urgente, entro 10 giorni se c’è il codice «breve», entro 30 giorni per una visita e 60 per un esame se è differibile, e ancora entro 120 se sono programmati. Almeno questo sulla carta. Capita però, sempre più di frequente, che il cittadino sia ignaro dei reali tempi di attesa. Ecco allora che, per aggirare l’ostacolo, arriva dal neonato gruppo regionale di Azione, una nuova proposta: monitorare le liste d’attesa attraverso un sito dedicato che analizza i dati dei cruscotti delle singole Asl provinciali. 
«Il nostro sito di monitoraggio sui tempi d’attesa in sanità è già online - afferma Fabiano Amati, commissario regionale di Azione. - I numeri parlano chiaro: stiamo affogando nel disservizio e chiacchiere non ce ne vogliono. Sino a questo momento non c’è mai stato un sito organico di monitoraggio, perché studiare i dati mette in evidenza sia i problemi oggettivi che i disservizi organizzativi. Il metodo del governo attraverso i dati, in buona misura, mette fuori gioco le chiacchiere, le scuse, richiamando politici e burocrati alla responsabilità e alla disciplina, e ogni tipo di beffa».

I dati

Spulciando tra i dati del 2022, si riesce ad avere un quadro completo di quelle che sono le criticità. Per una ecografia monolaterale della mammella, a dicembre dello scorso anno, erano richiesti 63 giorni di attesa con un indice del 12,50%. A novembre dello stesso anno, invece, per lo stesso esame i giorni di attesa erano 14 con un indice percentuale accettabile del 50%. Tempi di attesa lunghi anche per chi deve sottoporsi ad una prima visita chirurgica vascolare: a dicembre (2022) i giorni di attesa erano ben 124 con un indice percentuale di appena il 19,27%. Una criticità già evidente a novembre, quando i giorni di attesa erano 112 a fronte del 30%. Per una colonscopia totale con endoscopio flessibile a novembre erano richiesti 126 giorni, a fronte dei 66 giorni di attesa nel mese di dicembre.
«Il nostro sito, - prosegue Amati che si è battuto per questo servizio insieme ai consiglieri di Azione, Sergio Clemente e Ruggiero Mennea oltre che il responsabile regionale del settore sanità Alessandro Nestola - è stato realizzato artigianalmente e senza alcun supporto economico.

E’ unico nel suo genere in Puglia, si alimenta attraverso i dati dei cruscotti delle singole Asl - che pur se pubblicati in modo oscuro sui diversi siti - è in grado di mettere a confronto i tempi d’attesa tra l’attività istituzionale e quella libero-professionale a pagamento. Ne viene fuori una generalizzata problematicità, su cui sarebbe il caso di prendere finalmente posizione, senza cincischiare e senza scarica barile». 

La buona notizia e il sito per monitorare l'attesa

Nel portale, non tutti i dati sono in rosso. Per una prima visita oncologica, ad esempio, i giorni di attesa sono sei, dato che sale di un solo giorno nel mese di novembre. Per la polipectomia dell’intestino crasso in corso di endoscopia sede unica i giorni d’attesa si attestano per i mesi di novembre a dicembre a zero. 
«Il portale, - conclude Amati - è suddiviso in due sezioni ed entrambe valutate, a scelta, su scala regionale o delle singole aziende: l’una di monitoraggio dei tempi d’attesa per ogni prestazione e l’altra di raffronto tra i tempi d’attesa per l’attività istituzionale o a pagamento, comparando in modo omogeneo i dati, ossia a parità di prestazione richiesta, ore lavorate e personale impiegato». 
Per accedere al sito cliccare su https://www.pugliainazione.it/sanita/listaattesa/.

Nel Salento

Per le liste di attesa il mese più nero del 2022, per la provincia di Lecce, è stato certamente maggio, quando si è riusciti a soddisfare entro il termine massimo consentito appena la metà delle richieste, per essere precisi il 50,65% (su un totale di 40.984 richieste: il picco più alto di tutto lo scorso anno). La prestazione migliore invece si è registrata a giugno con il 64,92% delle domande evase su un complessivo di 19.295 richieste.

I dati del Barese

Prima visita gastroenterologica: su 26 prestazioni urgenti richieste alla sanità barese – pubblica e accreditata – a gennaio 2022, solo otto, ovvero il 33,7 per cento, sono state eseguite entro i tre giorni previsti; la percentuale scende a zero se si fa riferimento a dicembre dello stesso anno su un totale di 37 richiedenti (e 57 giorni di attesa). È solo un esempio ma non è un caso isolato. 
Tutte le prestazioni – da gennaio a dicembre 2022 – non sono state eseguite entro i limiti previsti dalla classe di priorità “U” – urgente-. E così ne vien fuori che a gennaio ‘22, su 2076 prenotazioni totali, il 28,7 per cento è stato eseguito nei tempi previsti dei tre giorni; a maggio il 17,3 per cento su 5420; a dicembre il 16,7 su 2240. 
Nel dettaglio, dal monitoraggio firmato Amati e Co., si nota che per una “Colonscopia totale con endoscopio flessibile” urgente, la provincia di Bari ha ricevuto, a gennaio dello scorso anno, 35 richieste totali ma eseguite entro tre giorni, otto (il 22,8 per cento); stessa richiesta fatta a dicembre 22: su 61, quelle fatte entro i limiti sono cinque (8,2 per cento). E una “Risonanza di encefalo e tronco encefalico, giunzione cranio spinale e relativo distretto vascolare”? Anche in questo caso dai dati diffusi dal portale di Azione, si evince che a maggio scorso su 70 richieste, ne è stato eseguito in tre giorni il 14% (10); su 19 urgenze presentate a giugno, invece, nessuna è stata fatta nei tempi previsti. “Ecografia bilaterale della mammella”: anche in questo caso, gli istogrammi che fanno riferimento ai 12 mesi dell’anno, sono tutti rossi, il che – stando alla legenda – vuol dire che le prenotazioni entro i tempi massimi sono di un valore inferiore al 50%: per l’esattezza 18,3 per cento ad aprile (su 71 richiedenti), 22,9 per cento a maggio (su 192 totali), 17,6 per cento a dicembre (su 51). 
Se dovessimo lasciare le prestazioni “U” - urgenti - e monitorare quelle “B” – brevi, ovvero da evadersi entro dieci giorni -, la situazione non cambierebbe di molto: sul cruscotto – come piace definirlo – comparirebbero solo istogrammi rossi, anche in questo caso. Il periodo più critico – a quanto sembra – resta maggio: il 33,1 per cento delle prestazioni erogate nei tempi a fronte di oltre 27800 richieste. A gennaio sono circa 11500 e ne è stato evaso il 41 per cento; a dicembre, 11885 prenotazioni e 2752 entro il limite massimo. 
Un ultimo caso lo si ha matchando tutte le prestazioni per le differenti classi di priorità di prenotazione: dalle urgenze alle programmate, passando per brevi e differite. Qui l’istogramma che fa riferimento ai servizi erogati nella provincia di Bari, si tinge di giallo. Ciò vuol dire che almeno il 50 per cento delle prestazioni è fornito nei tempi e che a una serie di prestazioni in rosso (come quelle di cui sopra), rispondono altrettante indagini mediche che invece vengono erogate nei tempi giusti, talvolta anche prima del termine ultimo. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA