PORDENONE - In misura molto minore, lo stesso fenomeno lo si era notato quando il Green pass era stato introdotto nel mondo della scuola. Insegnanti sospesi cercavano lavoro a domicilio, affidandosi alle “vecchie” ripetizioni oppure proponendo lezioni complete di pomeriggio. Tutto pur di non esibire il certificato verde negli istituti scolastici che fino a pochi giorni prima corrispondevano al loro posto di lavoro. Ora che però la certificazione è diventata obbligatoria per accedere a qualsiasi professione, le dimensioni del problema sono diventate nettamente maggiori. E toccano anche il Friuli Venezia Giulia.
IL “MERCATO”
Come sempre, nel corso della storia post-vaccino della pandemia, le informazioni corrono su una chat diventata simbolo del popolo no-vax e no Green pass: Telegram.
I CASI
Cosa chiedono e cosa offrono gli utenti del “mercato nero” del web? C’è davvero un po’ di tutto. «Posta l’annuncio per cercare lavoro - è il messaggio di benvenuto - e inserisci il curriculum». E fin qui tutto bene. Sembra tutto normale. Ma è tra i commenti che si legge il meglio. Ci sono ex dipendenti d’ufficio - ora sprovvisti di Green pass perché non vogliono fare nemmeno i tamponi - che si propongono per impieghi totalmente diversi. «Cerco lavoro come giardiniere, spaccalegna o autista», scrive Mauro da Palmanova. «Offro ripetizioni di tedesco e inglese, ma sono disponibile anche all’allestimento di classi scolastiche interamente domestiche», è la proposta un po’ visionaria di Angela di Spilimbergo. «Devo pagare le bollette, ditemi chi non chiede il Green pass», è più realista Guido di Udine. Ci sono anche indicazioni relative a piccole imprese che secondo gli utenti non chiederebbero la certificazione. Il dettaglio è ovviamente tutto da verificare.
IL SOMMERSO
Ma non serve immergersi nel web per capire che i controlli relativi al Green pass sono semplici in molte realtà e pressoché impossibili da monitorare in tante altre. Un esempio? Le collaboratrici domestiche o le badanti. Il decreto è chiaro: anche loro devono avere il Green pass e a controllare devono essere i datori di lavoro. Cioè i familiari dell’assistito. Ma è oltre l’immaginabile pensare a verifiche esterne casa per casa.