Avrebbe spintonato una giovane cameriera fino a condurla nello spogliatoio, tentando di abusare di lei. Dopo l'episodio, consumato nei meandri della struttura alberghiera dove entrambi lavoravano, è scattata la denuncia ai carabinieri ed è stata aperta un'inchiesta. Sul registro degli indagati, per l'accusa di tentata violenza sessuale e lesioni personali aggravate è finito G.G. un 34enne di origini pachistane, residente a Sogliano Cavour, ma domiciliato a Gallipoli, che svolgeva le mansioni di aiuto cuoco e che ora dovrà difendersi dalle pesanti accuse mosse a suo carico.
Proprio in questi giorni l'uomo ha ricevuto la notifica da parte della Procura dell'avviso di conclusione delle indagini avviate dal pubblico ministero Luigi Mastroniani, titolare del fascicolo dell'inchiesta, partita a seguito della denuncia, presentata presso la caserma dei carabinieri di Gallipoli, dalla cameriera di 25anni. La ragazza, scossa per quanto accaduto lo scorso 24 ottobre durante l'orario di servizio, ed avendo subito anche delle ferite in seguito all'aggressione da lei denunciata e subita ad opera del collega, non ci ha pensato su due volte ed ha sporto denuncia alle forze dell'ordine che hanno avviato i relativi accertamenti e rendicontato il tutto al magistrato.
Secondo il racconto reso dalla ragazza e la ricostruzione fatta dai militari della stazione di Gallipoli, mentre la cameriera si trovava nella cucina dell'albergo sarebbe stata afferrata con violenza alle braccia dal giovane pachistano e sospinta sulle scale che conducono in un seminterrato, quindi trascinata lungo il corridoio, fino a raggiungere i locali adibiti a spogliatoio.
Ora, a seguito della denuncia della giovane cameriera per il 34enne pachistano, difeso dall'avvocato Luigi Casarano, è tempo di difendersi dalle accuse di tentata violenza sessuale e lesioni personali aggravate. Dopo la notifica dell'avviso di conclusione delle indagini il giovane aiuto cuoco, tramite il proprio legale, ha venti giorni di tempo per presentare le proprie memorie difensive o chiedere di essere interrogato dal magistrato.