Tap, la Regione dice no all’intesa sulle opere: «Poche compensazioni»

Tap, la Regione dice no all’intesa sulle opere: «Poche compensazioni»
di Valeria BLANCO
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Mercoledì 25 Ottobre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 10:50
«Non sussistano elementi conoscitivi, tecnico-ambientali e progettuali sufficienti»: con questa motivazione, la Giunta regionale con apposita delibera ha espresso parere contrario all’intesa che il Governo ha raggiunto con Tap per la realizzazione del metanodotto, lungo 55 chilometri, che dovrà collegare Tap alla rete dei gasdotti italiani. Tra le motivazioni del diniego, la Regione cita anche la diffusione della Xylella su tutto il territorio regionale e la conseguente «impossibilità di movimentare materiale vegetale di “specie ospiti” all’interno dell’area». 
Non secondario l’aspetto delle compensazioni al territorio, ritenute dalla Regione troppo esigue «a fronte della circostanza che il territorio regionale è destinato a divenire area di transito dei corridoi internazionali che veicolano ingenti quantitativi di gas a beneficio del Paese e degli altri stati europei». Il riferimento è al “ristoro” offerto al territorio da Tap e Snam: la prima avrebbe messo sul piatto 15 milioni di euro e le trattative per decidere come spendere questi fondi sono partite una settimana fa a Palazzo Chigi.
Il governatore Michele Emiliano evidenzia anche come «l’opera sulla quale si richiede l’intesa sia del tutto inutile, e per certi versi viziata dall’intento di connettere con ben 55 chilometri di gasdotto che saranno realizzati in tariffa a spese del consumatore italiano, un’opera privata come Tap, sia pure di interesse pubblico, a causa della pervicace intenzione di realizzarla sulle spiagge di San Foca anziché, come richiesto dalla Regione Puglia, in aree più a nord e di minor pregio ambientale. Se la richiesta della Regione fosse stata accolta di questo lungo gasdotto che dovrà estendersi nel territorio di diversi comuni, costringendo al movimento di migliaia di ulivi, non ci sarebbe alcun bisogno, o comunque tale opera di collegamento sarebbe stata di dimensione e costi fino a cinque volte inferiori». 
 
Nella fase di contrattazione che si aprirà con il ministero dello Sviluppo economico, la Regione rivendica il diritto di far valere le proprie richieste «a garanzia del miglior inserimento possibile dell’opera nel territorio e per definire i criteri di definizione e analisi del prezzo ai fini della determinazione della tariffa energetica a carico dei propri cittadini». Saranno così proposte «condizioni vantaggiose di fornitura per le imprese sul proprio territorio, agevolando conseguentemente i necessari percorsi di decarbonizzazione dei processi industriali e produttivi e del generale assetto emissivo ed immissivo insistente sul territorio pugliese».
Intanto, mentre i sindaci salentini ragionano sulle richieste da avanzare, le uniche proposte su come spendere questo plafond sono arrivate da Confindustria e dai sindacati Cgil, Cisl e Uil. Sostanziale accordo sembrerebbe trovare la proposta, avanzata da più parti e ipotizzata dai sindaci, di incentivi per il processo di decarbonizzazione. Nello specifico, tra le richieste di Confindustria figura il sostegno e la promozione della mobilità “green” supportando il passaggio a veicoli “low carbon”; la creazione di un centro di formazione che prepari esperti di sicurezza da impiegare poi nei siti industriali Snam; l’efficientamento energetico di scuole e altri edifici pubblici; l’adozione di tecnologie per trasformare il gas da discarica in energia elettrica e un parco giochi attrezzato. Le priorità della Cisl sono la sostituzione dei mezzi di trasporto pubblico con altri alimentati a gas e contributi per l’efficientamento energetico, con la creazione di un Fondo in cui dovrebbe confluire «almeno il 50% delle royalties, accise e tasse derivanti dalla vendita del gas Tap». Uil chiede agevolazioni fiscali sulle bollette del gas e l’aumento della percentuale (attualmente il 20%) di personale locale impiegato dalle imprese che lavorano sul territorio. Dalla Cgil la richiesta del costante monitoraggio del gasdotto per dare garanzie di sicurezza e tutela per l’ambiente e di un’accelerata nel percorso di decarbonizzazione.
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