Lidia uccisa a Vicenza, il compagno: «Colpa dei giudici, ora vengano a vedere la bara e guardino in faccia i figli»

La rabbia e il dolore di Daniele Mondello, compagno della donna uccisa ieri dall'ex. Zlatan Vasilijevic è poi fuggito, uccidendo la nuova compagna per poi suicidarsi

Vicenza, il compagno di Lidia: «Colpa dei giudici, ora vengano a vederla nella bara e guardino in faccia i figli»
Vicenza, il compagno di Lidia: «Colpa dei giudici, ora vengano a vederla nella bara e guardino in faccia i figli»
di Enrico Chillè
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Giovedì 9 Giugno 2022, 10:57 - Ultimo aggiornamento: 10 Giugno, 16:35

Rabbia e dolore per Daniele Mondello. Il compagno di Lidia Miljkovic, la 42enne serba uccisa ieri a Vicenza dall'ex marito, il bosniaco Zlatan Vasilijevic, non può accettare un destino così tragico. Anche perché la tragedia di ieri, con il 42enne che dopo aver ucciso la sua ex è fuggito per poi uccidere la nuova compagna e suicidarsi, poteva essere evitata.

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Vicenza, una tragedia annunciata

Nel 2019, infatti, Zlatan Vasilijevic era stato denunciato da Lidia per maltrattamenti in casa.

Una lunga serie di aggressioni, sempre più violente. Come quella per cui finì in ospedale, con il cranio fracassato, come rivelato da un ex datore di lavoro della donna. A sua volta, il bosniaco aveva denunciato l'ex moglie per presunto abbandono dei figli, ingaggiando una battaglia legale. A distanza di neanche tre anni, al 42enne era stato anche tolto il divieto di avvicinamento a Lidia imposto dopo la denuncia e il tribunale di Vicenza aveva fatto cessare l'affido esclusivo per Lidia dei figli adolescenti (un 16enne e una 13enne). E sono proprio queste decisioni dei giudici che Daniele Mondello non riesce ad accettare. 

Vicenza, il compagno di Lidia: «I giudici vengano a vederla nella bara»

«Vorrei che i giudici e gli assistenti sociali venissero al funerale di Lidia, per vederla nella bara. E che avessero il coraggio di guardare negli occhi i suoi figli. Zlatan Vasilijevic era completamente assente nella vita dei ragazzi, non ha mai pagato gli alimenti ma Lidia per questo non l'ha mai denunciato, perché a lei non interessavano i soldi, voleva solo il bene dei suoi figli» - spiega Daniele Mondello a La Repubblica - «Per i giudici, lui era diventato una brava persona. E io mi dispero, perché finché il sistema resterà questo, le donne continueranno a essere uccise».

Vicenza, le minacce di Zlatan: «Vi ammazzo tutti»

Daniele Mondello, nuovo compagno di Lidia Miljkovic, rivela anche l'incubo vissuto dalla donna. Sempre sotto tensione per le continua minacce di Zlatan Vasilijevic. «La casa in cui abitava quell'individuo, ad Altavilla Vicentina, era stata messa all'asta. Lidia diceva sempre che se l'avessero cacciato definitivamente, lui avrebbe combinato qualcosa diterribile. Ed eccoci qua. Lei aveva paura di lui, ogni volta che usciva di casa era in tensione, ma aveva deciso di reagire. "Non posso vivere nascondendomi per sempre", ripeteva. I servizi sociali le hanno consigliato di cambiare città. Ci rendiamo conto?» - racconta l'uomo - «Anche i figli vivevano male questa situazione, sapevamo che prima o poi sarebbe ucciso. Ci aveva detto: "Vi ammazzo tutti". Era fuori controllo, negli ultimi mesi aveva fatto tre incidenti stradale ma gli avevano ritirato la patente solo dopo l'ultimo. Per i giudici però si era sistemato e stava facendo un percorso di riabilitazione».

Vicenza, la rabbia di Daniele: «Venite a guardare in faccia i figli orfani»

«L'unico problema, per tutti, era riavvicinare i figli al padre, anche se lui non voleva. Hanno messo in discussione che Lidia fosse una buona mamma, hanno ipotizzato che la mia presenza li potesse mettere in pericolo. Io, prima di diventare compagno di Lidia, sono un suo collega e conosco il calvario che ha passato con quell'uomo» - l'affondo di Daniele Mondello contro i giudici di Vicenza - «Il giudice Marcello Colasanto le ha anche addebitato 15mila euro di spese legali che Zlatan non pagava. Ovviamente, poi, lei avrebbe dovuto rivalersi su di lui. Questo per me è spingere progressivamente una persona verso la morte, nonostante i precedenti, le denunce, le segnalazioni. Nessuno ha mosso un dito per tenerlo distante, ora vediamo chi avrà il coraggio di guardare in faccia i suoi figli rimasti orfani».

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