Il black friday è alle porte, ma sul giorno dei maxi sconti incombe una minaccia. Il 26 novembre saranno in sciopero circa 12mila fra driver e dipendenti delle aziende associate ad Assoespressi, che effettuano consegne per conto del colosso dell’e-commerce Amazon. «Va ridotta la responsabilità in casi di danni e franchigie» dichiarano i sindacati che puntano a ridurre l’impiego settimanale dei dipendenti da 44 a 39 ore. Ma Amazon replica in una nota: «Lavoriamo a stretto contatto con i fornitori di servizi per definire insieme degli obiettivi realistici che non mettano pressione su di loro o sugli autisti».
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Consegne a rischio, dunque, per il Black Friday, almeno per quanto riguarda Amazon. Alla base dello stop dei corrieri c'è la richiesta di «abbassare carichi e ritmi di lavoro, divenuti insostenibili, e di ridurre l'orario di lavoro settimanale dei driver» ha spiegato il segretario nazionale della Filt Cgil, Michele De Rose. In occasione della prima assemblea nazionale unitaria di quadri e delegati del settore delle consegne delle merci in appalto Amazon, De Rose ha detto che «l'assemblea, molto partecipata, ha dato pieno mandato a Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti a proclamare lo sciopero». I carichi di lavoro dei driver possono arrivare fino a 200 pacchi al giorno, con 130-140 stop da effettuare in 8-9 ore, in base a un algoritmo che si aggiorna costantemente pacco dopo pacco sul palmare in dotazione e che, in base alle condizioni del traffico, traccia il viaggio più veloce, senza ammettere pause. L'orario settimanale arriva invece a 44 ore, troppe secondo il sindacato, che punta a ridurle per il momento almeno a 42, con l'obiettivo finale di arrivare a 39. È infine necessario «garantire la normativa sulla privacy, la gestione dei dati ed il controllo a distanza, escludendo ogni ripercussione di carattere disciplinare».
«Effettuiamo controlli su ogni segnalazione di non conformità anche per quanto riguarda gli aspetti retributivi, contributivi e la regolarità delle pratiche occupazionali» replica Amazon in risposta all'annuncio dello sciopero. «Nel caso si riscontri che un fornitore non stia rispettando le nostre aspettative e stia violando le normative vigenti adottiamo i rimedi contrattualmente previsti, inclusa l’interruzione del rapporto contrattuale.