Beniamino Zuncheddu ha passato in carcere 33 anni, da innocente. Lo ha stabilito il processo di revisione della strage di Sinnai, avvenuta l'8 gennaio 1991. La Corte di Appello di Roma, nella sentenza del 26 gennaio, ha assolto l'ex allevatore, precedentemente condannato per l'omicidio di tre pastori. I giudici hanno evidenziato che la revisione «non ha condotto alla dimostrazione della certa ed indiscutibile estraneità di Beniamino Zuncheddu», ma ha sollevato «un ragionevole dubbio sulla sua colpevolezza».
Durante gli anni, Zuncheddu ha sempre dichiarato la propria innocenza e, dopo 33 anni di carcere, è stato rilasciato ottenendo un risarcimento di 30mila euro.
Le motivazioni della sentenza
L'assenza di una prova inconfutabile e la mancata dimostrazione di una piena innocenza di Zuncheddu sono evidenziate nelle motivazioni della sentenza. I giudici hanno espresso preoccupazione per l'effetto della forte attenzione mediatica sulla vicenda, ritenendo che abbia potuto influenzare le testimonianze e precludere una ricostruzione obiettiva degli eventi. «La già esile speranza di poter pervenire ad una ricostruzione veritiera ed attendibile dello svolgimento dei fatti dopo trent'anni è stata gravemente pregiudicata», hanno affermato i giudici, criticando le «disinvolte ricostruzioni dei fatti arricchite da discutibili commenti» che hanno pervaso l'opinione pubblica.