Beniamino Zuncheddu è stato assolto ed è libero. L'uomo era in carcere da 33 anni per la strage di Sinnai (Cagliari) del gennaio del 1991. Lo hanno deciso i giudici della Corte d'Appello di Roma al termine del processo di revisione. L'ex pastore stava scontando una pena all'ergastolo.
«È la fine di incubo», le sue prime parole dopo l'assoluzione. La sentenza è stata accolta da un lungo applauso. L'assoluzione è stata decisa con la formula «per non avere commesso il fatto».
Beniamino Zuncheddu, la vicenda
Il drammatico fatto di sangue risale all'8 gennaio del 1991.
Il fermo
Beniamino Zuncheddu venne fermato dopo pochi giorni dalle forze dell'ordine ma le indagini arrivarono ad una svolta nel febbraio di quell'anno dopo che Pinna indicò Zuncheddu, all'epoca dei fatti 27enne, come l'autore del raid di morte. In base alle affermazioni del supertestimone, l'indagato, che si è sempre dichiarato innocente, è stato condannato all'ergastolo e solo dopo molti anni ha ottenuto la semilibertà. Nel 2020 il suo difensore, Mauro Trogu, alla luce di nuove prove, ha chiesto ed ottenuto il processo di revisione a Roma. Nel corso del procedimento Pinna, oggi 62enne, ha sostanzialmente modificato la sua versione affermando che all'epoca dei fatti «prima di effettuare il riconoscimento dei sospettati, l'agente di polizia che conduceva le indagini mostrò la foto di Zuncheddu e mi disse che il colpevole della strage era lui». Anche dopo questa testimonianza i giudici della Capitale, il 25 novembre scorso, hanno concesso la libertà, con sospensione della pena, a Zuncheddu dando l'ok ad una istanza delle difesa.