Un poster di Sarah Scazzi sul cancello
del tribunale: «Voglio la verità»
Cresce l'attesa per la sentenza

Un poster di Sarah Scazzi sul cancello del tribunale: «Voglio la verità» Cresce l'attesa per la sentenza
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Giovedì 18 Aprile 2013, 16:54 - Ultimo aggiornamento: 20 Aprile, 16:28
TARANTO - Voglio la verit scritto su un poster affisso sul cancello d'ingresso del Palazzo di giustizia di Taranto. In quel poster campeggia una foto di Sarah Scazzi, lei che avanza idealmente quella richiesta. Il poster è opera del gruppo Facebook "Verità e giustizia per Sarah Scazzi", sono questi ragazzi ad averlo affisso stamani, per ricordare che si è in attesa della prima decisione giudiziaria sulle responsabilità per l'omicidio.



Una attesa che coinvolge non solo Taranto, che ha richiamato nel capoluogo ionico decine di giornalisti e operatori dei media, e che abbraccia un paese di "confine" - Avetrana - dove due anni e mezzo fa nessuno dei residenti avrebbe mai immaginato di finire quasi stabilmente nelle cronache giudiziarie. Da poco più di tre giorni - esattamente dalle 17.30 di lunedì 15 aprile - i due giudici togati della Corte di Assise di Taranto (presidente Cesarina Trunfio, a latere Fulvia Misserini) e i sei giudici popolari sono in camera di consiglio per decidere la sentenza, isolati dall'esterno in una palazzina della Scuola sottufficiali della Marina militare, in località San Vito, a sei chilometri da Taranto.



Fare previsioni è azzardato, anche se più passano i giorni più, naturalmente, è dietro l'angolo la decisione che verrà letta nell'aula Alessandrini del Palazzo di giustizia. L'attesa per la sentenza di primo grado su una vicenda drammatica che tiene banco da 30 mesi anche, e forse soprattutto, sugli schermi televisivi ha fatto tornare vecchi scenari ad Avetrana, il paese a 50 chilometri da Taranto teatro della tragedia il 26 agosto 2010.



Il circo mediatico è tornato a frequentare le strade di Avetrana e soprattutto via Deledda, la strada in cui si trova la villa della famiglia Misseri nella quale è stata uccisa Sarah. In casa c'è Michele Misseri, che attende anche lui con ansia la sentenza ed è "supportato" dall'avvocato Flavio Gallo, che lo assiste per alcune altre vicende giudiziarie (il legale nominato d'ufficio per il processo Scazzi è Luca Latanza, il quinto che ha assunto la sua difesa da quando l'agricoltore di Avetrana è finito indagato). Alla periferia di Taranto, invece, in una cella della sezione femminile del carcere di Taranto, Cosima Serrano e sua figlia Sabrina, che rischiano l'ergastolo e dividono quei pochi metri quadri con una detenuta romena, sono sempre più in ansia e preoccupate, secondo quanto riferito dai loro legali.



Martedì scorso, a 24 ore dall'inizio della camera di consiglio, uno dei difensori di Sabrina, l'avvocato Nicola Marseglia, ha avuto con lei un colloquio durante il quale la cugina di Sarah, accusata di averla uccisa, ha ribadito la sua innocenza e di essere pronta a incontrare Concetta e Claudio, mamma e fratello di Sarah, per guardarli negli occhi e far capire loro di non aver fatto nulla di male alla cugina. Cosima invece, che da lunedì sera non vede i suoi legali, attende la decisione chiusa nel suo silenzio. Del resto, proprio lei si è avvalsa sempre della facoltà di non rispondere le due volte che è stata "chiamata al banco" durante il processo. Atteggiamenti diversi per due figure che, insieme al terzo componente della famiglia Misseri, Michele, sono il perno attorno al quale ruota la vicenda.
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