Nei fossati del castello aragonese
la magia dei piano di Gualazzi

Nei fossati del castello aragonese la magia dei piano di Gualazzi
di Anita PRETI
3 Minuti di Lettura
Martedì 20 Agosto 2013, 16:09 - Ultimo aggiornamento: 21 Agosto, 15:32
OTRANTO - Nel suo continuo andirivieni nella regione e nella penisola salentina, questa sera Raphael Gualazzi suona nel fossato del castello di Otranto per l’Hydromusic Fest che ha gi accolto, nei giorni scorsi, Neffa e Fabari Fibra. In valigia, il giovane pianista marchigiano ha ancora la messe di premi che risalgono a due anni fa: la vittoria a Sanremo Giovani e, sempre nell’ambito del Festival il Premio della critica; e subito dopo il secondo posto, quindi un ottimo piazzamento, ed il Premio della giuria tecnica all’Eurovision Song Contest, il festival della canzone europea, nella tornata di Düsseldorf. Quindi, la dimostrazione, ove fosse necessario darla, che Gualazzi è un artista da piena esportazione, come spesso accade (vedi Negramaro e Elisa) per i talenti individuati da Caterina Caselli che è la sua più scatenata fan.



Sempre in quella valigia Raffaele, detto Raphael, ha poi la più recente incisione, “Happy mistake”, i cui brani verranno sciorinati nel corso del concerto, insieme a “Follia d’amore” e “Sai”, hits sanremesi, insieme ai pezzi più popolari di “Reality and Fantasy”, il precedente cd. E poi ci saranno le divagazioni che piacciono tanto a Gualazzi, uno che il pianoforte lo conosce a fondo per aver studiato al conservatorio Rossini di Pesaro. Divaga nel jazz, il suo territorio di conquista, che è puntualmente arrivata se, nella scorsa primavera, ha preso parte a Parigi all’International Jazz Day, voluto dall’Unesco.

Divaga anche al cinema ed “Happy mistake” contiene, per esempio, le sue improvvisazioni sul tema di “Amarcord”, composto da Nino Rota per Federico Fellini.

Mettendo insieme tutte queste possibilità (in più il blues, passione non secondaria di Gualazzi, e poi tutto quello che è musica: citazioni di rock, country, classica, la musica insomma nelle sue mille forme) si ha un’idea della scaletta del concerto cui prendono parte nove musicisti e tre coriste.

Una formazione francofona non a caso: è proprio oltralpe che si è formato il giovane pianista; lo accoglie il Sunside club di Parigi, la casa del jazz, già nel 2009 quattro anni dopo il debutto. Pianista sì, e di vaglio, ma anche cantante ed autore: con “Sai (ci basta un sogno)”, quest’anno si è aggiudicato il quinto posto a Sanremo, promosso nella sezione dei Big.



Raphael Gualazzi tiene la scena come Fred Buscaglione, il re del night degli anni Cinquanta, dicono i giornalisti incerti fra questo paragone ed il confronto con Paolo Conte, un altro che con la Francia coltiva una tenera “liaison”. Il suo piano ha la stessa grazia di quello dell’avvocato di Asti ma poi Raphael non resiste a stare fra le righe e comincia ad improvvisare con una forza trascinante definita giustamente energia allo stato puro. Ma è anche musica pura quella che sgorga dalla tastiera tant’è che serissime istituzioni concertistiche, come l’Ico Magna Grecia di Taranto, lo hanno voluto nel loro cartellone di eventi musicali (Gualazzi è stato ospite del teatro Orfeo nel gennaio scorso). Un mese fa era invece ad Apani, Brindisi, per il Baccatani Wave. Completa adesso
il tour di “Happy mistake” con un pugno di date italiane e poi parte per la sua “douce France”. Lo aspetta Parigi, il 6 ottobre, per una serata dal sapore eccezionale “Les rendez-vous de la lune”, gli hanno chiesto di suonare nel momento in cui la luna si leva.

Inizio concerto alle 21.30, biglietti da 32 a 12 euro.



© RIPRODUZIONE RISERVATA