Chiesto l'ergastolo per Sabrina e Cosima
Nove anni per Michele Misseri/Commenta
Concetta: «Chi uccide merita carcere a vita»

Chiesto l'ergastolo per Sabrina e Cosima Nove anni per Michele Misseri/Commenta Concetta: «Chi uccide merita carcere a vita»
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Martedì 5 Marzo 2013, 12:05 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 20:40
TARANTO - La procura di Taranto, al termine della requisitoria dei due pubblici ministeri, ha chiesto l'ergastolo per Sabrina Misseri e Cosima Serrano, accusate dell'omicidio di Sarah Scazzi, avvenuto il 26 agosto del 2010. Nove anni la richiesta di condanna, invece, per Michele Misseri, accusato della soppressione del cadavere.
Alla richiesta di condanna letta in aula, Sabrina Misseri ha cominciato a piangere. Cosima Misseri è rimasta turbata, mentre Michele Misseri è rimasto impassibile. Per le due donne sono stati chiesti anche sei mesi di isolamento diurno.



Concetta: meritano l'ergastolo.
«È stato il processo delle menzogne ed è anche giusto che coloro che hanno detto tutte queste menzogne paghino per quello che hanno detto. Mi aspettavo una richiesta del genere. Chi uccide una persona merita l'ergastolo». Lo ha detto Concetta Serrano Spagnolo, la madre di Sarah Scazzi. «Non hanno avuto pietà per una bambina che stava anche piangendo», ha aggiunto. «Ho visto Cosima e Sabrina indispettite, indifferenti, con lo sguardo duro, come se la colpa fosse solo di Sarah e loro non c'entrassero nulla». Rispondendo ad una domanda sul fatto che Sabrina è scoppiata in lacrime, Concetta ha risposto: «Non l'ho vista, stavo dietro».



Niente attenuanti. «Non abbiamo chiesto le attenuanti soprattutto per l'estrema gravità dell'episodio di cui ci siamo occupati, per il comportamento processuale posto in essere dagli imputati nel corso delle indagini, per l'ostinatezza che hanno manifestato anche nel corso del dibattimento negando persino l'evidenza dei fatti». Lo ha detto il procuratore aggiunto del tribunale di Taranto, Pietro Argentino. «L'incensuratezza dell'imputata non basta da sola alla concessione delle attenuanti», ha spiegato il procuratore Argentino che ha anche citato una modifica legislativa intervenuta negli anni 2005-2008.



Tempo per ripensarci. «L'azione omicidiaria è durata, come abbiamo spiegato, dai 3 ai 5 minuti. E Sarah Scazzi ha avuto la possibilità di capire in quei 3-5 minuti che stava morendo per mano di chi diceva di volerle bene. In quei 3-5 minuti nessuna delle due donne ha avuto un momento di resipiscenza per dire: "che cosa stiamo facendo"?». Lo ha detto il pm della Procura di Taranto, Mariano Buccoliero, prima di formulare le richieste di ergastolo per Sabrina Misseri e Cosima Serrano, imputate per concorso in omicidio volontario, sequestro di persona e soppressione di cadavere. «Non è stato un colpo di fucile o di pistola -ha ribadito il pm - ma la colpa, evidentemente, era di Sarah. È lei che si è fatta ammazzare», agli occhi delle due imputate. Buccoliero ha sottolineato «la gravità del danno», provocato dal delitto. «Quale maggior danno si può immaginare rispetto all'omicidio di una bambina di 15 anni? Con il loro comportamento - ha proseguito il pm - hanno addirittura ipotizzato e previsto che, oltre a togliere una figlia ad una madre si voleva togliere alla stessa mamma la possibilità di andarla a piangere su una tomba».



I presunti complici. Il pm della Procura della Repubblica di Taranto, Mariano Buccoliero, ha chiesto una pena di 8 anni di reclusione a testa per Carmine Misseri e Cosimo Cosma, rispettivamente fratello e nipote di Michele Misseri, imputati di concorso in soppressione di cadavere.



I personaggi "minori".
Tre anni e mezzo sono stati chiesti per l'ex avvocato di Sabrina Misseri, Vito junior Russo; tre anni a testa, invece, per Antonio Colazzo, Cosima Prudenzano e Giuseppe Nigro, rispettivamente cognato, suocera e amico del fioraio Buccolieri.



Per Michele Misseri
la Procura della Repubblica ha chiesto alla Corte di Assise di derubricare l'accusa di danneggiamento seguito da incendio in danneggiamento semplice e quindi il non doversi procedere per difetto di querela. Viene mantenuta l'imputazione di furto del telefonino di Sarah, perché, come ha spiegato il procuratore aggiunto Pietro Argentino, che ha citato la Corte di Cassazione, si può contestare il reato anche quando vengono sottratti beni a un cadavere. Il pm Buccoliero per lo zio di Sarah ha chiesto l'interdizione perpetua dai pubblici uffici, l'interdizione legale, la sospensione della potestà genitoriale per la durata della pena.



«Un delitto per motivi abietti»: così il procuratore aggiunto di Taranto, Pietro Argentino (intervenuto dopo la requisitoria del collega Buccoliero), ha definito l'uccisione della quindicenne Sarah Scazzi iniziando la sua requisitoria, al termine di quella del sostituto procuratore Mariano Buccoliero, durata tre udienze e mezza. «Sabrina stessa - ha detto tra l'altro Argentino - ammette che aveva scatti d'ira anche per cose non importanti. Lei non aveva solo risentimento nei confronti di Sarah perché avrebbe letto alla presenza di altri un sms di Sabrina riferito ad Ivano e per aver riferito al fratello Claudio del rapporto sessuale avuto dalla stessa Sabrina in auto con Ivano, ma anche rabbia perché Ivano l'avrebbe umiliata più volte pubblicamente».



Il ruolo del fratello di Michele.
Carmine Misseri quel 26 agosto 2010 ricevette dal fratello Michele diverse telefonate, inizialmente alle 15.08 e alle 17.25. Nella prima Michele lo avrebbe chiamato piangendo, secondo quanto emerso dalle intercettazioni, per chiedere un aiuto perché era accaduta una disgrazia.



Entro le 15.30 Michele è al pozzo in contrada Mosca per nascondere il cadavere e lì c'era anche il fratello Carmine. E' la tesi del pubblico ministero Mariano Buccoliero che nell'ultima parte della sua requisitoria al processo per l'omicidio di Sarah Scazzi sta esaminando le posizioni degli imputati Carmine Misseri e Cosimo Cosma, accusati di concorso in soppressione di cadavere. Dopo la telefonata delle 15.08, ha spiegato il pm, Carmine non è più in casa con la moglie. Carmine invece riferì che in quei frangenti era a lavorare in alcuni terreni con la moglie in una zona però diversa da quella che risulta dai tabulati telefonici. In una intercettazione ambientale del 27 dicembre 2010 tra Carmine e la moglie si ipotizza anche di trovare un falso testimone che confermi la presenza di Carmine in quei terreni e non nella zona del pozzo. In un'altra intercettazione ambientale emergerebbe che Carmine avrebbe visto il cadavere di Sarah in contrada Mosca, rimanendo turbato.
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