Sette miliardi di euro di tasse in meno con una curva dell'attuale Irpef completamente ridisegnata, che scende da 5 a 4 scaglioni. E nel menù, oltre ad un innalzamento dalla no tax area a beneficio dei redditi più bassi, un riordino delle detrazioni che coinvolgerebbe anche il bonus da 100 euro. Obiettivo: ridurre, appunto, il peso delle imposte dirette sulla generalità dei contribuenti, ma in particolare a beneficio di due fasce di reddito: quelle sotto i 20 mila euro lordi l'anno e quelle tra i 30 e i 55 mila euro. Tre ore di riunione al ministero dell'Economia tra il ministro Daniele Franco e i responsabili economici dei partiti che sostengono il governo hanno consentito alla maggioranza di chiarirsi e di delineare il quadro generale della riforma fiscale.
Legge di bilancio
L'esecutivo ha messo sul piatto 8 miliardi da distribuire tra lavoratori e imprese in legge di Bilancio.
Modifica due aliquote
Nel corso della riunione di ieri, a proposito di Irpef, si è discusso intorno alle simulazioni per la modifica di due aliquote, quella al 38% e quella al 27%. Gli interventi andrebbero a tagliare di un punto la prima, quindi toccando i redditi nello scaglione 28-55mila euro (costo di circa un miliardo di euro). Il secondo taglio Irpef abbasserebbe di un punto la seconda aliquota, che comprende i redditi tra 15-28mila (e costerebbe due miliardi). Ipotesi suggestive ma giudicate poco convincenti. La maggioranza dei partiti punta infatti ad un intervento più complessivo, in modo da non disperdere le risorse. «Stiamo ragionando per utilizzare al meglio gli 8 miliardi messi a disposizione dalla manovra perché il fisco italiano ha bisogno di una riforma e non di interventi spot» esemplifica Luigi Marattin, presidente della commissione Finanze della Camera di Italia Viva. Ieri sera in audizione il ministro dell'Economia Daniele Franco ha ribadito che la politica del governo rimarrà «espansiva» fino a quando Pil e occupazione non avranno recuperato non solo il livello del 2019, ma anche la mancata crescita. E quest'anno il Pil già acquisito è del 6,1%, probabile ha detto Franco, che si chiuda un paio di decimali sopra, dunque attorno al 6,3%. Anche il deficit sarà inferiore al 9,4% indicato e dunque scenderà anche il rapporto tra debito e Pil.