Le piante fossili narrano la Storia
Al Maus i reperti di Lecce e Taranto

Le piante fossili narrano la Storia Al Maus i reperti di Lecce e Taranto
di Nicola DE PAULIS
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Giovedì 19 Maggio 2016, 11:45 - Ultimo aggiornamento: 11:46
È un lungo racconto quello delle piante fossili. È la storia di oltre 65 milioni di anni fa, Cretaceo Superiore, l’epoca in cui si estinsero i dinosauri. Ma è anche una storia legata al Salento, poiché negli anni Ottanta del secolo scorso, i membri del Gruppo Naturalisti Salentini di Lecce individuarono in una cava del Comune di Surbo quel giacimento di organismi vegetali fossilizzati nella roccia e databile, appunto, al Cretaceo Superiore.
Ora quei reperti è possibile ammirarli fino al 30 giugno prossimo presso il Maus, il Museo dell'Ambiente dell'Università del Salento situato nella sede di Ecotekne di via Monteroni a Lecce, nella mostra “Piante da Museo”, suddivisa nelle sezioni di Alberi, Piante Fossili, Modelli Didattici, Storia del Clima, Storia della natura, Storia della didattica.
 
L'esposizione che ricalca quella dello scorso anno relativa ai fossili della pietra leccese è stata organizzata dal direttore del Museo dell'Ambiente, il professor Genuario Belmonte, docente di zoologia dell'Università del Salento, con la collaborazione del professor Livio Ruggiero, già docente di Fisica dell'atmosfera dell'Ateneo salentino, unitamente alla Società Botanica Italiana, all’Orto Botanico, alla Famiglia Ammasari, all’Istituto Galilei Costa, al Liceo Palmieri e al Liceo Siciliani di Lecce.
La mostra mette in evidenza alcune emergenze delle raccolte del Maus, legate al mondo delle piante. E anche se oggi i numerosi reperti conservati nel Museo dell'Ambiente non sono stati ancora oggetto di studi specialistici, gli organizzatori spiegano che tra essi sono riconoscibili esemplari ascrivibili a conifere primitive e probabilmente a generi come “Brachiphyllum”, “Pagiophillum e Araucarites”, antenato delle moderne Araucarie. Trattandosi di resti vegetali terrestri rinvenuti in sedimenti di origine marina si può affermare che essi siano stati trasportati in mare da fiumi che sfociavano nell'area. Vengono esposti analoghi reperti trovati anche in altre cave di rocce coeve delle province di Lecce a Taranto.
Per l’esame e la datazione, in questi casi, gli scienziati si affidano a quella scienza detta “Dendrocronologia” che studia le caratteristiche degli anelli concentri dei tronchi degli alberi in funzione della loro larghezza e della struttura cellulare del legno. Si possono così ottenere informazioni sull'età dell'albero e come siano variate le condizioni ambientali del sito in cui vive o ha vissuto. Queste datazioni possono essere utilizzate anche per stabilire l’età dei reperti lignei, in particolare edifici ed opere d'arte, per la ricostruzione della storia del clima e sismica, per conoscere la successione di particolari eventi, che abbiano interessato le zone come incendi, attacchi di insetti e diradamenti del bosco e di datare e ricostruire la struttura spaziale di insediamenti preistorici.
Nell'ambito di questa tematica sono esposti anche alcuni campioni di legni di circa 1.300.000 anni fa provenienti dalla foresta fossile di Dunarobba in Umbria, su alcuni dei quali sono state condotte ricerche preliminari per individuare possibili ciclicità legate all'attività solare, ricerche che hanno fornito l'indicazione che in tali legni si potrebbe individuare il ciclo di 22 anni dell'inversione del campo magnetico solare (Ciclo di Hale).
Un tema trattato, assolutamente nuovo, è quello relativo ai modelli di fiori realizzati in cartapesta dallo scultore leccese Ariosto Ammasari. Per illustrare questo tema sono esposti anche modelli di fiori acquistati da varie scuole leccesi oltre che dall'Ammasari anche da ditte italiane ed europee. Il recupero infatti, negli anni Settanta del secolo scorso, di alcuni modelli di fiori provenienti dal Gabinetto di Scienze del Collegio Argento, trasformato nel sede del Museo e della Biblioteca Provinciale, ha riportato alla memoria la figura di Aristo Ammassari (1879/1972), artista leccese versato in molte tecniche artistiche e artigianali che produsse oltre a molti elementi decorativi per ambienti pubblici e privati, anche una sorprendente quantità di modelli di organismi vegetali. La mostra è visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12.
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