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Le storie
Tra i tanti braccianti presenti a Nardò, ci sono Mohamed e Karim, di 52 e 42 anni, entrambi provenienti dalla Tunisia.
Mohamed lavora insieme ad altri 9 colleghi alla raccolta di angurie, aspettando di iniziare la raccolta pomodori. Generalmente viene pagato 7.50 euro all’ora. La giornata di lavoro comincia alle 5 e termina quasi al tramonto (con mezz’ora di pausa pranzo e il datore di lavoro che fornisce loro solo acqua). Secondo quanto appurato dalla Cgil «si lavora alle angurie anche per 14 o 15 ore al giorno con contratto di lavoro a tempo determinato ed una forma di pagamento diciamo "forfettaria": la squadra di 10 lavoratori ha il compito di raccogliere angurie che riempiano tra i 4 ed i 5 cassoni al giorno: per quel determinato obiettivo il datore di lavoro paga una cifra anche superiore ai 1.000 euro da dividere poi per i 10 lavoratori della squadra (parliamo di cassoni da 240 quintali l'uno)».
Non è ancora stata emanata l’ordinanza che vieta il lavoro nei campi dalle 12.30 alle 16 in estate. E comunque i migranti raccontano che negli anni passati, spesso e volentieri, nonostante l’ordinanza, comunque continuavano a lavorare. Il trasporto è quello classico, si muovono in macchine o mini bus e raggiungono i campi già nelle prime ore del mattino.
«Ci dicevano - sottolineano dalla Cgil - della presenza di almeno 100 braccianti nei pressi di Boncuri. Di condizioni di "soggiorno" ai limiti della dignità. Di tantissime persone che hanno trovato riparo tra vecchi casolari e la stazione».
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