ROMA (29 giugno) – Facebook e Twitter come prova per i divorzi I contenuti pubblicati e condivisi sui social network stanno diventando una delle principali prove da...
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matrimonialisti americani, secondo la quale negli ultimi cinque anni ben l'81% dei propri membri ha utilizzato o dovuto affrontare in aula prove di infedeltà o di altre inadempienze coniugali estrapolate da Facebook, Twitter, MySpace ma anche YouTube e Linkedin.
In testa alle le piazze virtuali che più brulicano di aneddoti e particolari sfruttati come arma in tribunale da aspiranti ex coniugi c'è Facebook, citato dal 66% degli avvocati come fonte di prova. A seguire MySpace, col 15%, e i «cinguettii» di Twitter con il 5%. Tra i contenuti più gettonati per smentirsi a vicenda non ci sono soltanto le foto con l'amante in cui si è taggati o che si è pubblicato senza avere prima la premura di aver eliminato dall'elenco di amici il partner ufficiale.
Tanti gli elementi che vengono portati davanti al giudice: ad esempio genitori che costringono i figli ad eliminare l'altro coniuge dagli “amici”, oppure padri e madri che si iscrivono a Match.com e si dichiarano non solo single, ma anche «senza figli» mentre invece ufficialmente stanno lottando per ottenerne la custodia.
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Quotidiano Di Puglia