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La rivoluzione elettrica nei cieli d’Europa potrebbe essere questione di una manciata di anni. A giudicare dalla velocità con cui le cose si muovono in Scandinavia, i primi a vedere l’alba degli aerei a emissioni zero saranno i passeggeri del Grande Nord, dove stanno prendendo corpo alcune iniziative sperimentali per far decollare inediti esemplari di piccoli velivoli alimentati a batteria: modelli che hanno già incrociato l’interesse dei vettori regionali. La compagnia di bandiera finlandese Finnair e la norvegese Widerøe - che opera una fitta rete di collegamenti tra piccole località nel nord e nell’ovest del Paese - annunciano la volontà di acquistare degli aerei elettrici, prototipi di dimensioni ridotte che vanno da 9 a 19 posti, indispensabili per garantire capillari connessioni nella vasta regione nordica. Le nuove flotte a batteria sarebbero disponibili già nel 2026.
IL PRIMO PASSO
Finnair ha fatto il primo passo e ha firmato una lettera d’intenti per comprare fino a 20 modelli di ES-19 dalla startup svedese Heart Aerospace. Un accordo che è arrivato dopo che la casa di produzione che scommette su un’aviazione civile 100% elettrica aveva ricevuto manifestazioni d’interesse anche da altri operatori del settore aereo dalla Nuova Zelanda al Canada.
TRAGITTI
La fitta rete di collegamenti aerei di breve percorrenza ma necessari per raggiungere anche località remote (più della metà delle tratte dell’operatore norvegese copre un tragitto di meno di 200 chilometri, appena 15 minuti e 5-10 passeggeri alla volta) consente infatti di testare al meglio le potenzialità degli aerei a propulsione elettrica. Le brevi rotte sono economicamente non sostenibili per i vettori, tranne quando generosamente sovvenzionate dallo Stato per garantire un servizio pubblico alla collettività; l’avvento dell’aviazione elettrica aprirebbe invece nuove frontiere da e per gli scali provinciali. Ma non solo. Benché cominci anch’essa dai test sui velivoli di dimensioni ridotte, l’obiettivo della partnership tra Wright Electric e la low-cost britannica EasyJet guarda come obiettivo alla produzione di aerei elettrici da 186 posti entro la fine del decennio. Anche nel Sud Europa l’interesse per l’aviazione a batteria cresce: in Spagna, Volotea e Air Nostrum sono partner di un progetto per la conversione dei Cessna Caravan a turboelica in velivoli a propulsione elettrica, un’operazione che sperano possa essere co-finanziata dal governo di Madrid anche attraverso i fondi di Next Generation EU. Non si tratta solo di mettere a punto l’aereo del domani. L’avvento dell’aviazione elettrica nei prossimi cinque anni, infatti, richiederà anche un solido supporto a terra e la creazione di infrastrutture indispensabili per ricaricare le batterie dopo oggi atterraggio.
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