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É finita la pace. La vibrazione, il Bip o peggio ancora la Quinta di Beethoven ci inseguiranno anche sull’aereo.
È l’ultimo paradiso, l’ultima fumeria dell’oppio chiamato “assenza di notifiche”, perché gli smartphone devono restare in modalità aereo. Nelle due ore da Ciampino e Stansted o nelle quattro e mezzo da Fiumicino e Tenerife, tra le nuvole, non siamo raggiungibili. Ci isoliamo dai messaggi su WhastApp, dalle discussioni su Twitter, dai like di Facebook o Instagram, perfino da chi addirittura ci manda sms e ci telefona come ai vecchi tempi. Ma la modalità aereo ha i mesi contati. Un giorno ne parleremo con la stessa nostalgia con cui oggi ricordiamo le cabine telefoniche o le chiamate al fisso da ragazzi, negli anni Ottanta, quando non sapevamo chi ci stesse cercando e a ogni squillo ci accendevano la speranza che fosse la chiamata più importante della nostra vita o della nostra giornata.
TEMPI
Sia chiaro, non succederà subito. La Commissione europea ha dato un primo via libera: la tecnologia 5G (e ormai la maggior parte degli smartphone è di questo tipo) potrà essere utilizzata a bordo degli aerei. I velivoli stessi diventeranno una sorta di ripetitori del segnale. Thierry Breton, commissario Ue del mercato interno: «Il cielo non è più un limite quando si tratta di possibilità offerte dalla connettività superveloce e ad alta capacità». Gli stati membri dovranno rendere disponibili le bande di frequenze 5G alle compagnie aeree entro il 30 giugno 2023. L’attivazione del servizio non sarà immediato e (per ora) riguarderà solo l’Europa, perché ad esempio negli Usa il processo è ancora fermo, però è molto probabile che nel 2024 potremo telefonare dal Boeing 737 o dall’Airbus 320 che ci sta portando a Santorini o a Lisbona.
STRESS
Ecco, ma l’ansia di non essere tagliati fuori può trasformarsi in una patologia? Dice il professor Riva: «Dipende. Può diventare un problema se incide sulla mia vita relazionale, se impedisce di rilassarmi, se influenza le mie capacità di interazione, di restare concentrato. Pensiamo a chi, magari quando è a cena fuori con amici, non riesce a staccarsi dal display dello smartphone. C’è anche un problema di stress: ogni notifica, un semplice bip per il like su Facebook, ha un effetto sul neurotrasmettitore, genera un leggero picco di dopamina associato generalmente al piacere. Se però questo avviene con troppa frequenza, si alza il livello di dopamina. Si rischia una sovrastimolazione del soggetto che tenderà a non rilassarsi mai. Ma vede, c’è anche un altro risvolto da considerare se i telefonini funzioneranno anche in aereo: servirà una nuova netiquette», una sorta di galateo per rispettare gli altri passeggeri. «Come in treno, dove viene suggerito di parlare solo nelle aree tra un vagone e l’altro. Ma in aereo come si fa?».
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