"Voli civili negati, la Regione ci risarcisca con dieci milioni"

"Voli civili negati, la Regione ci risarcisca con dieci milioni"
Assume toni sempre più forti il botta e risposta in atto da tempo tra Aeroporti di Puglia e i vari soggetti interessati alla riapertura ai voli passeggeri dallo scalo...

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Assume toni sempre più forti il botta e risposta in atto da tempo tra Aeroporti di Puglia e i vari soggetti interessati alla riapertura ai voli passeggeri dallo scalo aeroportuale di Grottaglie che proseguono senza sosta quella che si sta rivelando, a tutti gli effetti, una battaglia durissima.

Si procederà con la richiesta di risarcimento danni ad Adp e Regione Puglia, ree, secondo le associazioni joniche e la Provincia di aver perpetrato un danno all’intera comunità tarantina. A portare avanti la causa è il Comitato Taranto Futura spalleggiato dalla Provincia e da tutti i soggetti che nel novembre entrarono a far parte del Tavolo Tecnico permanente, istituito per poter predisporre, insieme a varie associazioni, al Comitato “pro-aeroporto”, agli enti locali, associazioni di categoria, forze politiche, uno studio di fattibilità ed un piano finanziario tale da poter rendere efficiente la struttura. «A Bari – dice l’avvocato Nicola Russo – si predica bene e si razzola male, tant’è che alle richieste del territorio, Regione Puglia e AdP non sono mai andate oltre una serie di promesse mai concretizzatesi». L’aeroporto Arlotta, infatti, tra un tira e molla, resta pressoché inutilizzato ed AdP, in risposta all’esposto presentato dal comitato “Taranto Futura” al Garante della Concorrenza per la mancata riapertura dei voli passeggeri, ribadisce che nell’ottica di razionalizzazione e caratterizzazione degli scali pugliesi, quello di Grottaglie «viene individuato per “vocazione e funzione”- risponde AdP a Russo - come aeroporto destinato al traffico cargo, manutenzioni e industria aeronautica».
 
Non solo, AdP spiega pure perché, Taranto, seppur inserita nella rete degli aeroporti di interesse nazionale, di fatto resterebbe “fuori” dall’interesse regionale. Secondo Aeroporti di Puglia «lo scalo jonico sarebbe a tutti gli effetti di “interesse nazionale” qualora si realizzino le condizioni di specializzazione dell’aeroporto e del raggiungimento dell’equilibrio economico - finanziario anche tendenziale, in un arco temporale ragionevole ed adeguati indici di solvibilità patrimoniale».

Due le “condizioni”: che l’aeroporto sia in grado di esercitare un ruolo ben definito all’interno del bacino, con una specializzazione dello scalo ed una riconoscibile vocazione dello stesso, funzionale al sistema aeroportuale di bacino e che sia in grado di dimostrare, tramite piano industriale gli indici di solvibilità patrimoniale almeno su un triennio. Ed è sulla base di questo che AdP non vede le ragioni della diffida presentata da Taranto Futura. Ma l’avvocato Russo, rappresentante del Comitato, non si arrende e incalza: «Chiederemo il risarcimento di 10 milioni di euro per la mancata riapertura ai voli passeggeri, servizio che doveva essere attivato già dal dicembre 2017».
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Quotidiano Di Puglia