Mercato ittico galleggiante, avviata la demolizione

Mercato ittico galleggiante, avviata la demolizione
La demolizione del Mercato Ittico Galleggiante, affondato nel 2004, nel primo seno del Mar Piccolo di Taranto, è in via di conclusione.  ...

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La demolizione del Mercato Ittico Galleggiante, affondato nel 2004, nel primo seno del Mar Piccolo di Taranto, è in via di conclusione. 


Ieri mattina sono cominciate le operazioni di smontaggio Mercato Ittico Galleggiante, avviate su impulso del prefetto Demetrio Martino nella qualità di Commissario Straordinario per gli interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione dell’area tarantina.

L'intervento

Il primo dei quattro tronchi in cui sarà divisa la struttura, è stata trasportata via mare, da tre imbarcazioni di ormeggiatori, presso il cantiere di demolizione. L’enorme manufatto, di acciaio e cemento, è stato riportato sulla linea di galleggiamento del Mar Piccolo, grazie agli interventi di bonifica in corso di esecuzione dall’Ati Serveco - Sub Technical Edil Service, in collaborazione con gli ingegneri della Società Italiana srl, nell’ambito del cantiere diretto dall’ing. Luigi Severini e che ha visto impegnati diversi uomini e professionalità. 
Il prefetto, che ha assistito alle operazioni, nella circostanza, ha avuto parole di compiacimento per l’importante risultato raggiunto, nei tempi tecnici previsti, poiché, con l’eliminazione di quell’ecomostro che per anni è stato in fondo al mare inutilizzato e a danno del sottosuolo marino, si consente oggi di riqualificare e valorizzare, anche sotto il profilo paesaggistico, uno dei luoghi più suggestivi della città di Taranto. L’intero intervento è stato condotto in tutta sicurezza, sia per gli uomini coinvolti nei lavori, che per il delicato ecosistema del Mar Piccolo. È stato attivato un sistema di monitoraggio continuo grazie a postazioni fisse realizzate da sonde subacquee multiparametriche installate su boe galleggianti. Le sonde monitorano temperatura, conducibilità, ossigeno disciolto, pH, torbidità, clorofilla, direzione ed intensità delle correnti sottomarine. Ogni quindici giorni un campione delle acque è stato analizzato in laboratorio. È inoltre in uso un sistema di controllo basato sul protocollo “mussel watch”, ovvero attraverso postazioni di controllo di bioaccumulo con le cozze comuni. È attivo, inoltre, un sistema di monitoraggio mobile dei parametri chimico-fisici speditivi delle acque operante sugli stessi parametri monitorati in continuo (oltre 40 misurazioni al giorno), e un sistema di archiviazione e visualizzazione in real-time delle varie misurazioni, che permette un intervento praticamente immediato qualora avvenga lo sforamento di uno dei parametri soglia.


Questo complesso sistema di monitoraggio e contenimento rappresenta un aspetto innovativo del lavoro di rimozione, perché permette di affrontare una sfida così complessa con estrema delicatezza. Finora sono state gestite circa 1.360 tonnellate di rifiuti, totalmente avviate al recupero. Si prevede, a conclusione dell’intervento, altre settecento tonnellate di materiali, anch’esse da recuperare quasi totalmente. In particolare saranno recuperate 1.200 tonnellate circa di materiali da demolizione (calcestruzzo, ecc.); 750 tonnellate circa di materiali ferrosi. Le rimanenti 100 tonnellate riguardano materiali isolanti di varia natura, di cui sarà possibile recuperarne gran parte. Il termine dei lavori, il cui valore è di 2.450.000 euro circa, è prevista per fine ottobre. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia