«Conosco già non solo il territorio, ma anche l’ente». A parlare è l’avvocato barese Marcello Vernola che da lunedì scorso è il nuovo direttore generale della Provincia di Taranto.  Vernola ha nel suo bagaglio di esperienze, non solo il ruolo di amministratore, ma anche la militanza politica. È stato, infatti, ex presidente della Provincia di Bari per La Margherita, con trascorsi nella Democrazia Cristiana, nel Partito Popolare; è stato poi eurodeputato con Forza Italia e negli ultimi anni si è avvicinato alla Lega.

Il profilo

«Sono stato per due anni, fino al 18 novembre, - ha continuato Vernola - componente del Comitato tecnico provinciale dei rifiuti, organismo previsto per legge che in ogni Provincia esprime il proprio parere su tutte pratiche in materia di autorizzazioni ambientali sugli impianti dei rifiuti. A seguito dell’avviso pubblico, due anni fa fui selezionato come esperto giuridico di questo Comitato in cui ci sono anche biologi, geologi, ingegneri. Quindi, conosco tutte le questioni ambientali, ho interagito con il settore ambiente. Quindi, conosco bene le problematiche dell’ente relativamente al tema Ambiente che è poi la mia materia principale. Sono, infatti, avvocato amministrativista, insegno Diritto ambientale e Diritto amministrativo e in particolare mi occupo di ambiente e di appalti-urbanistica. Sono, inoltre, stato membro per dieci anni del Comitato tecnico scientifico di Upi nazionale, per dieci anni del Comitato tecnico scientifico Anci. Assisto il Comune di Maruggio sul nuovo Pug in veste di esperto giuridico dell’ufficio del piano. Insomma, sono e sarò impegnato in settori a me familiari, il mio pane quotidiano». 
Vernola, per poter accettare l’incarico alla Provincia di Taranto ha preso una decisione importante: «Mi sono cancellato dall’Albo degli avvocati, perché ai sensi della legge forense il direttore generale non può essere iscritto ad albi professionali». Nel 2018 anche il Comune di Taranto gli conferì un incarico di rilievo. «Impugnai per conto dell’ente - ha ricordato - il decreto del Ministro dello Sviluppo economico con cui veniva approvato l’accordo con l’Ilva per l’Aia con cui si andava in deroga al Testo unico per l’ambiente. Il Comune di Taranto decise di impugnare quel decreto e io lo assistetti insieme a mio fratello. Ho rinunciato al mandato l’altro giorno, in contestualità con la cancellazione dall’Albo». Del ricorso si occupa ora suo fratello. 
Il neo direttore ha, infine, risposto relativamente all’opportunità di accettare l’incarico di direttore generale della Provincia di Taranto, essendo attualmente ancora coinvolto in un’inchiesta per una maxi frode da 15 milioni condotta nel 2020 dalla Guardia di Finanza di Bari. «Un’indagine - ha commentato il neo direttore generale - è un’indagine, attendiamo il responso dei magistrati, io mi ritengo estraneo ai fatti contestati che riguardano una società terza, la quale avrebbe posto in essere una frode fiscale. Dietro questa società terza ci sarebbe lo stesso imprenditore che era proprietario della società di cui ero presidente. Sono sereno e ho tutta la documentazione per difendermi in tutte le sedi».