Usava la chat della playstation per adescare un 12enne: a processo

Nei guai un 29enne che ha chiesto l’abbreviato

Avrebbe tentato di adescare un ragazzino di 12 anni con messaggi “trappola” sulla chat della playstation. Inviti a sfidarsi ai videogiochi che, secondo il pm Salvatore...

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Avrebbe tentato di adescare un ragazzino di 12 anni con messaggi “trappola” sulla chat della playstation. Inviti a sfidarsi ai videogiochi che, secondo il pm Salvatore Colella, sarebbero stati il paravento di un approccio finalizzato a ben altro.


Per questo un ragazzo di 29 anni è chiamato a difendersi dalla contestazione di adescamento di minori. Il giovane, peraltro, è accusato anche di molestie. Perché dopo la denuncia formalizzata dai genitori del minore, avrebbe continuato a contattare il ragazzino probabilmente con l’obiettivo di tentare di ridimensionare la vicenda e evitare le conseguenze che, invece, sono puntualmente arrivate.

Cosa è successo

Giunge da una cittadina della provincia jonica, il caso per modalità di contatto simile a quello che, due settimane fa, ha portato all’arresto a Rimini di uno youtuber. 
La vicenda è sbarcata questa mattina all’attenzione del giudice Benedetto Ruberto, con la richiesta di rinvio a giudizio del pm Salvatore Colella. I contatti incriminati sarebbero avvenuti lo scorso anno. Si tratterebbe di messaggini inviati sulla playstation e successivamente anche su Instagram, in cui l’imputato avrebbe utilizzato termini e modalità ritenute sospette. Stando a quanto riportato nel capo di imputazione, il 29enne avrebbe conosciuto il ragazzino in paese. E da quel momento avrebbe cominciato a contattarlo in chat. A far scattare i dubbi dei genitori il tono di alcuni di quei messaggini, intercettati durante i controlli sui contatti del figlio minorenne. A non convincere mamma e papà i termini e i toni larvatamente ammiccanti del giovane. Fatto sta che ad un certo punto, i genitori hanno deciso di bloccare i contatti tra il figlio e quel ragazzo più grande di lui. E hanno deciso di segnalare tutto ai carabinieri.

Dopo lo stop alle conversazioni social, però, il 29enne avrebbe cercato nuovamente di contattare il ragazzino e gli stessi genitori. Anche questo aspetto del caso, però, è finito nella denuncia formalizzata dai genitori. Dopo gli accertamenti, quindi, sulla scrivania del pm è giunto il rapporto dei carabinieri che ha spianato la strada alla richiesta di rinvio a giudizio. Ieri mattina, al varco della preliminare, il difensore dell’imputato, l’avvocato Raffaele Errico, ha chiesto che il procedimento venga definito nelle forme del giudizio abbreviato, rito alternativo che, come è noto, garantisce lo sconto secco di un terzo della pena prevista in caso di condanna. 


L’imputato, peraltro, ha depositato una memoria con la quale ha ribadito la sua innocenza. Nella memoria depositata in udienza, infatti, ha ribadito di aver contattato il ragazzino solo con l’obiettivo di giocare alla playstation. Il giudizio abbreviato a suo carico sarà celebrato a febbraio del prossimo anno. Da rilevare che nel procedimento i genitori del minorenne si sono costituiti parte civile mediante l’avvocato Cristiano Rizzi.
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Quotidiano Di Puglia