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Dieci miliardi di euro di risarcimento. Questa la richiesta avanzata al termine del suo intervento al processo "ambiente svenduto", dall'avvocato Rosario Orlando, che in giudizio si è costituito parte civile per conto del Comune di Taranto.
Il legale ha tenuto oggi il suo intervento e al suo fianco ha preso posto anche il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci.
Il legale di parte civile ha tuonato dinanzi alla Corte di Assise, presieduta dal giudice Stefania D'Errico, a latere il giudice Fulvia Misserini, contro l’Ilva dei Riva e la loro gestione che è stata caratterizzata da “una prolungata attività inquinante derivante dalle immissioni di polveri di minerali, utilizzati nell'ambito dell'intero ciclo produttivo dell'acciaio. Questo è potuto avvenire in concreto - ha ribadito il legale nelle conclusioni che ha depositate in udienza - nel corso degli anni, anche e soprattutto in ragione delle soluzioni concordate con soggetti ai vertici dei vari livelli politico-istituzionali ed informativi”. In aula ieri è intervenuto anche il legale degli allevatori Fornaro, il cui gregge venne abbattuto dopo che le analisi accertarono la contaminazione di oltre mille tra pecore e capre. Il difensore della famiglia Fornaro, l'avvocato Eliana Baldo, ha concluso con una richiesta di risarcimento di quasi cinque milioni di euro.
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