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Si arricchisce di un nuovo episodio la sequenza di scontri tra l’amministratore delegato di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli, e i commissari di Ilva in amministrazione straordinaria, società proprietaria degli impianti dati in gestione in fitto ad Acciaierie. L’ennesimo conflitto è sull’ispezione in fabbrica. Morselli ha risposto ieri ai commissari Ardito, Lupo e Danovi - la lettera è stata inviata anche ai ministeri delle Imprese e dell’Economia - dicendo che i dati chiesti dall’amministrazione straordinaria non saranno forniti. Un passo indietro ora.
Il precedente
Il 2 febbraio i commissari e i loro tecnici sono andati nel siderurgico per l’ispezione, un’altra dopo quella di giugno 2020. Solo che la loro visita dopo poco più di un’ora si è interrotta, perché, a fronte della richiesta di conoscere una serie di informazioni utili, i dirigenti di Acciaierie, guidati dal direttore di stabilimento, Vincenzo Dimastromatteo, hanno opposto un rifiuto, affermando che erano materia del consiglio di amministrazione. Qualche giorno fa i commissari hanno riscritto all’azienda rilanciando l’ispezione, ma, soprattutto, chiedendo i dati che il 2 non erano stati forniti e dando tre giorni di tempo.
La risposta di Acciaierie
I tre giorni sono scaduti ieri e Acciaierie ha risposto ai commissari. Negativamente. Nella lettera di quattro pagine firmata dall’ad Morselli e dal direttore degli Affari legali e societari, Fabio Giuseppe Montin, si afferma che appare “evidente come le informazioni richieste non siano in alcun modo conditio sine qua non per l’effettuazione dell’ispezione da voi richiesta sugli impianti.
L’ad entra poi nei particolari del contrasto. Esempio, Ilva in as ha contestato la mancata conoscenza dei piani di manutenzione, argomento su cui è stato anche aperto un giudizio davanti al Tribunale di Milano (ma per la verità diverse sono le vicende su cui il conflitto tra le parti è stato delegato al Tribunale oppure agli arbitrati). I piani, replica l’ad sono stati trasmessi “nell’ambito dei report trimestrali (da ultimo, in data 1 febbraio 2024 e relativamente al quarto trimestre 2023)”. E poi, “la prassi successivamente concordata tra le parti aveva eliminato l’obbligo di condivisione dei programmi delle manutenzioni”, aggiunge Morselli, rammentando di aver richiesto “in via riconvenzionale il pagamento di una somma pari a euro 450 milioni a titolo di risarcimento per i danni subiti a causa della mancata esecuzione delle manutenzioni da parte di Ilva nel periodo antecedente al conclusione del contratto”.
Altre contestazioni sono sul piano industriale. Per Ilva in as, quello che accompagna la composizione negoziata della crisi “si discosta sostanzialmente” da quello allegato al contratto di affitto. La risposta di Morselli: “Il contratto non attribuisce al piano industriale applicabile carattere immodificabile, ma contempla espressamente la possibilità che vi siano degli scostamenti necessari a far fronte al mutevole contesto economico e di mercato come peraltro già ripetutamente avvenuto in passato”. Ancora: il direttore Dimastromatteo ha detto di conoscere i dati chiesti ma di non poterli fornire perché materia di cda? “La società contesta che il direttore di stabilimento fosse a conoscenza dei dati”.
Da quanto si apprende, Ilva in as avrebbe già replicato e fonti vicine a quest’ultima sottolineano che “l’ispezione va intesa sulla gestione dell’azienda e per questa s’intendono programmi, attività eseguite, visura di dati e documenti, non guardare gli impianti. Sulle materie prime, per esempio, si deve dimostrare che l’acquisto sta avvenendo, non è che si va nei parchi minerali a vedere quanto materiale c’è”. Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia