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«La confisca dell'area a caldo disposta oggi in sede di processo non ha alcun effetto immediato sulla produzione. Sarà efficace solo dopo il giudizio definitivo della Cassazione». Lo riferiscono fonti dello stabilimento siderurgico di Taranto dopo la sentenza di primo grado del processo per il presunto disastro ambientale causato dall'ex Ilva negli anni di gestione dei Riva.
La decisione dei giudici
La Corte d'Assise (presidente Stefania D'Errico, a latere Fulvia Misserini e sei giudici popolari) ha disposto la confisca degli impianti dell'area a caldo sequestrati il 26 luglio 2012, ma al momento resta la facoltà d'uso da parte di Acciaierie Italia, la nuova compagine societaria formata da ArcelorMittal e Invitalia.
Quotidiano Di Puglia