Cozze non tarantine: presto il divieto di immissione nelle acque di mar Piccolo

La protesta dei giorni scorsi da parte dei mitilicoltori
Basta poco per far diventare “cozze di Taranto” un seme o dei mitili che magari arrivano dall’estero: occorre tenerle temporaneamente nelle acque joniche. Un...

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Basta poco per far diventare “cozze di Taranto” un seme o dei mitili che magari arrivano dall’estero: occorre tenerle temporaneamente nelle acque joniche. Un problema sollevato dai mitilicoltori tarantini e che potrebbe essere risolto definitivamente. Il Commissario prefettizio del Comune di Taranto Vincenzo Cardellicchio si è dichiarato infatti disponibile ad emanare a breve l’ordinanza che riguarderebbe il divieto di immissione nel Mar Piccolo di molluschi provenienti da altre aree. 

Il provvedimento possibile


Quello del commissario potrebbe essere un provvedimento strategico, secondo le associazioni di categoria della mitilicoltura Confcommercio ed Unicoop, per gli operatori del Mar Piccolo di Taranto e per la produzione locale della “Cozza di Taranto”. 
È uno degli spunti del confronto costruttivo sui possibili percorsi da avviare per la mitilicoltura tarantina che si è tenuto l’altro ieri sera tra le rappresentanze dei mitilicoltori e lo stesso commissario del Comune. 
Il tavolo, ad una settimana dalla manifestazione di protesta indetta da Confcommercio e Unicoop Taranto ha affrontato varie questioni, in prima istanza la problematica dell’aumento del canone delle concessioni demaniali marittime a partire dal 2021. 

Le proposte


Su questo punto è stata accolta la proposta di un possibile accorpamento dei canoni delle concessioni, avanzata da Confcommercio ed Unicoop. Le due associazioni di categoria hanno presentato un documento di richieste articolato in più punti per la riduzione del canone concessorio di una percentuale pari al 50%, per il ritiro degli ordini di introito già emessi dal Comune per gli anni 2021/2022 per il ritiro degli ordini di introito degli anni precedenti, considerando un singolo titolo concessorio per impresa ed accorpando eventuali specchi acquei sino ad una estensione massima di 151.000 metri quadrati come previsto dalla legge. 
Infine, poiché la riduzione percentuale del canone al 50% determinerebbe un mancato introito, si sta chiedendo un contributo alla Regione Puglia in favore del Comune di Taranto di 100mila euro all’anno, cifra calcolata tenendo conto che, con i nuovi canoni, il gettito erariale complessivo relativo alle concessioni assentite nel Mar Piccolo ammonterebbe a circa 200mila euro l’anno. La proposta è già stata posta all’attenzione del presidente Michele Emiliano, per il tramite del consigliere regionale Cosimo Borraccino. Il commissario Cardellicchio ha assicurato che interverrà per sollecitare personalmente la Regione, affinché possa essere accolta la richiesta di riduzione del canone. 

Il riordino


Il confronto si è poi allargato al tema del riordino degli specchi acquei destinati alla molluschicoltura. Il dirigente dell’ufficio Demanio, Cosimo Netti ha presentato la situazione del comparto della mitilicoltura in relazione al Pcc- Piano Comunale delle Coste-, ed ha illustrato a tal proposito gli elaborati tecnici alla base dello strumento di pianificazione. Le Associazioni di categoria dovranno ora esprimere le proprie osservazioni affinché l’ufficio Demanio possa valutarle ed accoglierle nel Pcc. Le Associazioni hanno sottolineato la necessità di adottare un Regolamento comunale per il rilascio delle concessioni demaniali marittime per la molluschicoltura al fine di cristallizzare l’iter amministrativo definito.   Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia